DUST & THE DUKES  "Dust & The Dukes"
   (2021 )

Ruvido, schietto e diretto, l’esordio lungo per Santeria Record del trio fiorentino Dust & The Dukes imbastisce con fierezza e nonchalance una sarabanda tosta e squadrata a base di graffiante r’n’r in varie salse, tutte gradevoli.

Nel calderone rimescolato da Gabriel Stanza, Enrico Giannini e Alessio Giusti finiscono molti padri illustri, mandati a memoria e rimasticati con fervore, passione e devozione sincera: da Waits agli Stones, giù fino a Jack White passando per echi edulcorati di Jon Spencer.

Aperto sontuosamente dalla ghiotta sassata psych/stoner à la Black Angels di “Run”, cattivella e incalzante, l’album si destreggia con padronanza di mezzi lungo una tesa mezzora registrata in presa diretta, tra accenni di beat kinksiano (“Secrets in the house”) e blues sudista (“Plus 18”), incursioni nel folk’n’roll virato country (“Just fine”) ed accenti vocali che ammiccano al punk (“Bueno’s”, primo singolo estratto), senza perdere il filo nè abbassare il tiro.

Disco essenziale, stringato, incisivo: mai dispersivo nè presuntuoso, intelligentemente non rischia di imbarcarsi in chissà quali imprese, rimanendo umile e sincero, compatto e dritto al punto, facendo bene quello che si prefigge. Il gioco riesce, anche negli episodi che maggiormente si discostano dal fil rouge: il lentaccio languido di “Feather” e l’intensa accoppiata di “Losing tune pt.1” e “Losing tune pt.2”, che chiude l’album su un’aria à la Violent Femmes impreziosita da un suggestivo inserto di tromba.

Band interessante e centrata, con una smaccata attitudine live che sarà piacevole godersi quando si potrà finalmente tornare a vivere. (Manuel Maverna)