DENIS SMALLEY  "Portail"
   (2021 )

A vent’anni dalla sua ultima pubblicazione, torna in grande stile Denis Smalley, compositore neozelandese di musica elettroacustica, con una coppia di album: “Portail”, pubblicato a metà dicembre 2020 per Empreintes DIGITALes IMED, e “Vues Spectrales”, che invece vedrà la luce a febbraio di quest’anno. “Portail” comprende tre brani: “Fabrezan Preludes”, idealmente diviso in tre atti e composto tra il 2015 e il 2016, “Sommeil de Rameau”, risalente al biennio precedente, e “The Pulses of Time”, composta invece nel 1978. L’album si apre con “Fabrezan Preludes 1: Portal”, che presenta la leggenda della città di Ys, sommersa a largo di Brittany, della cui chiesa, si narra, si possono ancora udire le campane quando il mare è calmo. “Portal” è un ingresso timido e discreto nella maestosità della navata centrale, mentre “Fabrezan Preludes 2: Debussy’s Cathedral” prende le mosse dall’omonimo preludio di Debussy e si sviluppa regalando un senso di spaziosità, attraverso un moto ondulatorio e oscillante. C’è un’atmosfera decisamente più inquieta in “Fabrezan Preludes 3: The Voices of Circius”, seppure con la stessa grazia e la stessa delicatezza. Note cinematografiche permeano “Sommeil de Rameau”, oltre a un senso di sospensione temporale che restituisce l’immagine visiva del sonno. Dalla contemplativa “Sommeil de Rameau”, si passa al pulsare regolare di “The Pulses of Time”, fra armonie metalliche e percussioni leggere, che chiudono l’opera. “Portail” rappresenta un ritorno graditissimo, anche al netto di un ultimo brano leggermente fuori contesto rispetto ai precedenti. Nell’attesa di febbraio, non resta che godersi “Portail”. (Piergiuseppe Lippolis)