GIUSIPRE "Canzoni indigeste"
(2020 )
Esordisce Giuseppina Prejanò, in arte GiusiPre, con un EP, “Canzoni indigeste”, che racchiude le proprie passioni musicali. Spicca soprattutto un gusto rock con intenzione new wave/post punk, senza però quella pesantezza piovosa dei pad di tastiera anni ‘80. Come in “Monade”, il cui testo contiene una perla di saggezza: “Ogni pensiero che non trova confronto, si perde nel vuoto del compiacimento”. Anche la canzone di chiusura mantiene quest’allegria sonora in “Sisifo”, descrivendo la routine quotidiana ed elencando i giorni della settimana (ricordando un po’ i Cure in “Friday I’m in love”). Azzeccata la scelta di “Caos contemporaneo” come singolo, dove il groove pulsante di basso e le chitarre psichedeliche vengono colorate d’azzurro da un arrangiamento di coro di “uuuh”. “L’uomo è ciò che mangia” è una riflessione esistenziale sostenuta da un britpop sincopato, mentre il pezzo centrale “Ci pensa il vento” è caratterizzato al contrario da un fondo avvolgente e sparute note di pianoforte, con un battito lento e morbido, e si avvicina alla trip hop con intenzione chillout, sostenendo parole dolceamare: “Scegli di restare qui ad annaffiare piante, depressione andante, almeno cullami un po' prima che vada via”. Un esordio buono, in cui GiusiPre ammicca ad un certo stile, ancora da focalizzare un po’ nella direzione; ma questo è il problema di quasi tutti gli EP, che non danno abbastanza spazio di mostrare una personalità, specie se ha varie sfaccettature: bisogna accontentarsi di qualche accenno di presentazione, che per ora in questo caso è interessante. C’è l’intenzione critica, ma non è ancora davvero “indigesta”, come speriamo diventi, in un successivo lavoro più appuntito. (Gilberto Ongaro)