NH3 "Superhero"
(2020 )
Chi si immaginerebbe mai un concept album di ska punk?
Un genere tipicamente festaiolo, allegrotto, molto in voga una quindicina di anni fa, con i suoi ritmi in levare e i fiati in evidenza che fanno subito pensare al concertone del Primo Maggio.
Ma gli NH3 (più di 15 anni d’esperienza con tre album alle spalle) sono una cosa diversa, si definiscono ska core e nella loro proposta aggiungono al lato divertimento un altro aspetto più duro, più combat rock.
Non a caso, nei testi di “Superhero” vengono citati Negazione e Fugazi, band che come obiettivo principale non avevano, di sicuro, quello di far ballare la gente.
Poi, certo, adrenalina, ritmo e sezione fiati sono sempre in prima linea, ma sempre con un occhio ai testi conditi di rabbia e “riot” interiore.
“La rivoluzione inizia davanti allo specchio ogni mattina”, diceva qualcuno.
Infatti il concept su cui si basa “Superhero” è legato al percorso di crescita e affrancamento da ansie e insoddisfazione, al fine di sviluppare una propria identità libera e indipendente.
L’ipotetico protagonista sopravvissuto al viaggio interiore, con tanto di superamento di superficialità e disinteresse, raggiunge il rango di Superhero.
Distruggere per costruire, affinché le sconfitte siano le fondamenta delle vittorie, come recita “Sopravvive”, la prima traccia del disco.
Tutto molto interessante, ma veniamo alla musica.
La prima cosa da dire, se non si fosse capito, è che gli NH3 sono una band da concerto, on stage sicuramente hanno il massimo delle soddisfazioni, ma in questo disco riescono a trasferire tutta l’energia del palco.
Infatti il gruppo, anche grazie ai tanti anni di esperienza, ha sviluppato un sound preciso, oliato, con il prezioso aiuto dei fiati a inframezzare il fitto cantato e le chitarre distorte.
Malgrado i pesaresi NH3 abbiano un nutrito gruppo di fans fuori dai confini nazionali, hanno scelto di cantare in italiano, alternando però qualche passaggio in lingua inglese, dando maggiore incisività alle lyrics e anche un sapore internazionale all’intera opera.
Il disco scorre, intriga, fa ballare e pensare; anche se la formula dei brani è un po’ ripetitiva, ma forse è un limite del genere.
Spiccano su tutte le dodici tracce “Utopia”, con la collaborazione di Dema dei Talco, l’incalzante “Necessità”, “Life” con l’anthemico ritornello (“Life, life can be hard! Life, life can be hard! Life, life can be hard, believe in yourself!),“Fantasma” con intro di chitarra acustica e voce, e poi la rabbia isolazionista (“Di te! Di te! Non ho bisogno di te! Neanche di voi! Solo di me!”) di “Anastesia”, e ancora la traccia d’apertura “Sopravvive” il cui finale declama: “Ho disegnato una linea perfetta! Non oltrepassarla! Sono pronto a sanguinare, non la devi oltrepassare!”.
Pronti a sanguinare ma non “Costretti a sanguinare”, come nel romanzo-manifesto di Marco Philopat sulla punk generation anni '80.
Certo, i tempi cambiano… ma il punk resiste.
Lunga vita agli NH3. (Lorenzo Montefreddo)