SUBDUXTION  "The black point"
   (2020 )

Subduxtion è il moniker di Christopher Gilmore, compositore e produttore americano originario di Kansas City e noto per le sue sperimentazioni nell’ambito di elettronica, psichedelia, doom e metal classico. Non fa eccezione, in tal senso, nemmeno “The Black Point”, ultima fatica discografica dell’artista, nella quale troviamo sette tracce densissime, dai suoni claustrofobici ed elettrici. Ad aprire l’album è “The Ancient”, scurissimo e immerso in una fredda ambientazione industriale, poi “Frail (Fixed Later)” cerca soluzioni più elaborate, scivolando su un loop nel quale si alternano momenti distesi e altri di puro pathos, in un incedere che a tratti ammicca anche alla psichedelia. “Dimension Of A Post-Corporal World” è un viaggio più lineare, ma lo scenario è ancora a tinte fosche, come può suggerire il titolo, mentre la successiva “Abstract Decaying” è indubbiamente il momento migliore del lotto per la maggiore varietà e l’imprevedibilità del suo percorso. La titletrack, al contrario, è meno polverosa e più limpida, pur manifestando una certa inquietudine di base, poi “When Motive Becomes Elusive” recupera gli schemi dell’opener, con tanta elettricità e una ritmica costante. Chiude “Unseen”: oltre nove minuti di un tema cupo, che non sfigurerebbe come sottofondo in qualche film horror. “The Black Point” è un album complessivamente riuscito, ma la sensazione è che per qualcuno possa risultare a tratti pesante, a causa dell’eccessiva linearità dei brani. (Piergiuseppe Lippolis)