ELL3  "Lotus"
   (2019 )

Leggendo il nome Ell3, seguito dal titolo dell’EP “Lotus”, con quella cover promettente, viene quasi da riflettere su come il contenuto di questa produzione possa essere elettro-enigmatica alla n-sima potenza. Incuriosisce e porta all’ascolto i meno inclini al genere, che poi si troveranno un tranquillo, fresco, autentico ma ordinario elettro-pop. Ben elaborato. Ma, nonostante il ponderato e valido uso delle vocalità, il buon adeguamento ai contesti e la opportuna omogeneità dei contenuti lirici e musicali, chi si aspettava di trovare - ad esempio - scenari sonori alla Portishead, alla Massive Attack o (estremizzando) alla Mùm, come poteva immaginare dai primi indizi di cui sopra, dovrà disingannarsi. Esclamerà qualcosa come “Damn”; proprio come il titolo del primo brano. Benché si tratti di un brano complessivamente riuscito, che bene assolve alla funzione di apertura del lavoro discografico. I due pezzi successivi invece sono entrati già nelle grazie di MTV New Generation e nella programmazione musicale di Alessio Bertallot. Sono “Easy” e “HLNG”. Il primo intriga col suo cantato a spigolature soul. Circa una storia, un qualcosa che poteva durare ma che si è improvvisamente interrotto. Ma nasconde l’insidia del ritornello pop. Troppo pop, direbbe chi si aspettava altro. Lo stesso accade nel seguente “HLNG”, che prende il largo simpaticamente, lievemente, affabilmente e poi… crash. Di nuovo un ritornello del tipo che piaccia a tutti. Quelli di cui sopra, che si aspettavano altro, iniziano a sentire mancanza di un po’ di sana elettro-roba anti-pop. Improvvisamente però accade qualcosa. E’ la volta di “My Body on You”. Che, per le sue interessanti ambientazioni elettroniche, opera del dj e producer Dave, emerge e si afferma essere il brano migliore della produzione. Con suoni che forse potrebbero apprezzare anche seguaci di congregazioni diverse, quali quelle di Deadbeat, Murcof o Vladislav Delay. Fino poi ad arrivare a destinazione con “Hey Ma”, che nonostante il suo iniziale andamento piacevolmente soft, benché si tratti anche di una dichiarazione di stima da parte di una figlia alla madre, è dotata di una struttura musicale che propina nuovamente un ritornello stampo pubblicitario, intriso poi di toni meanstream. Probabilmente tutto apprezzabile in termini radiofonici. Certamente tutto valido all’interno di quelli che sono i modelli discografici. Ma a quelli di cui sopra, a cui, clandestinamente, sembra volersi rivolgere il genere musicale proposto dall’artista, che dei forzati modelli discografici forse si preoccupano poco e che - in base agli indizi di cui sopra - si sarebbero aspettati altro, rimane poco più che la elettro-disillusione. (Vito Pagliarulo)