G.A.M.S.  "G.A.M.S."
   (2019 )

Il primo album dei G.A.M.S. (Andi Stecher alla batteria e Guido Mobius ai feedback), che vede la partecipazione speciale di Mick Harris (Painkiller, Napalm Death) e Yuko Matsuyama (Hula Hut, Seven Seas), è, come le premesse già indicano, feedback che esce dai propri confini, suono puro senza limiti e senza compromessi, idea, ancor prima che stile, di musica che va al di là di ogni etichetta o genere. Convincente e complesso, ascolto non facile, il disco d’esordio dei G.A.M.S., appena uscito per Karlrecords, prova a costruire un discorso e un suono a loro modo unici.

L’album si apre con la collaborazione con Yuko Matsuyama, “Tremslo”, dove rumori che sembrano provenire dalla nostra mente affollano la scena, diventando le differenti personalità di un’unica essenza, qualcosa di imperscrutabile e inquietante. Fischi soffusi e batterie più ritmate caratterizzano “Flatter”, brano decisamente più approcciabile per quanto egualmente sperimentale.

Un lavoro raffinatissimo alla batteria è la cifra stilistica più notevole di pezzi come “Economics”, ipnotica nei suoi feedback grunge, “Rumba”, che strizza l’occhio alla world music, e “Fraktat”, in collaborazione con Mark Harris, dove rumori sinistri e cacofonici creano un pattern molto fascinoso anche insieme al lato percussivo. L’altro brano che vede presente Harris, “Yanari”, è più industrial e spinoso, benché mantenga quella filosofia di approccio minimale che in tutto l’album risplende.

I G.A.M.S., avventura giovane e ambiziosa che ha abbracciato una tipologia di musica ostica e sfuggente, sembrano suggerire che si possono creare ottimi lavori anche partendo da elementi che in sé non garantiscono melodie o schemi-canzone ma unicamente ritmo e tenuta (il drumming della batteria, la durata dell’emissione del feedback), sfida estremamente intrigante e, con questo disco, riuscita. (Samuele Conficoni)