THE BIG YES!  "Kalmar"
   (2019 )

Dalla Scandinavia arriva l’ennesimo esempio di free jazz e di libertà artistica; sembra che quelle terre siano fertili e ricettive, in quanto a creatività. La sassofonista svedese Anna Hӧgberg, assieme alla trombonista danese Maria Bertel, incontrano una sessione ritmica norvegese: Ole Mofjell al contrabbasso e Christian Meaas Svendsen alla batteria. Insieme improvvisano in maniera “democratica”: ogni strumento ha il suo spazio e viene valorizzato, e tutti esplorano in contemporanea le possibilità espressive degli strumenti, formando il quartetto chiamato The Big YES! I quattro incidono una performance all’inizio del 2018, che ora esce per la Nakama Records, e per celebrare la loro unione l’hanno giustamente intitolata “Kalmar”. La Kalmar Union è stata infatti una storica unione fra i regni di Danimarca, Svezia e Norvegia. Tutt’oggi i legami culturali fra le tre Nazioni permangono. In questa Kalmar musicale, l’inizio della performance è parecchio energetica, col sassofono che emette un tema che pare più un’espressione di sofferenza, molto credibile, come una persona scottata dal fuoco sprigionato dagli altri tre strumenti. In particolare, il trombone emette moltissimi rumori umanoidi, e il batterista tende molto alle rullate, soprattutto su timpano e tom, rendendo il clima tribale. Come da copione, il contrabbasso nega l’orientamento tonale e si rende inafferrabile. Una zona solista è lasciata al batterista, raggiunta poi dal contrabbasso che diventa a tratti sferragliante come fosse un basso elettrico. Quando anche l’ingombrante strumento viene lasciato solo, non c’è spazio per lo stereotipo secondo il quale tutti prendono sonno: le note sono incalzanti e sotto i musicisti urlano. Fino ad arrivare ad un finale distorto, praticamente rock. Una mezz'ora che gaserà gli amanti del free jazz. (Gilberto Ongaro)