GIANNA NANNINI  "Puzzle"
   (1984 )

Un nome se lo era già fatto, con tanti minisuccessi che l’avevano portata alla ribalta. “California”, “Ragazzo dell’Europa”, e quella “America” che alludeva sottovocepianopiano alla masturbazione femminile. Le serviva soltanto un lavoro che sfondasse, per chiudere il cerchio. E alla fine arrivò. La collaborazione con Conny Plank, nome storico dell’elettronica tedesca, e tra i principali costruttori del successo dei Kraftwerk, rese il suo suono un eccellente mix tra sintetizzatori e chitarre, oltre ad essere un eccellente viatico per il successo oltre Brennero. Un video diretto da Michelangelo Antonioni, che benchè mediocre come realizzazione – era una semplice illustrazione di tutto ciò che Gianna cantava – le fece avere articoli di giornali oltre a rendere sempre più importante la produzione dei videoclip. E “Fotoromanza” fu la chiave per le classifiche, per il Festivalbar, e per il boom. “Puzzle” poteva non essere intenso come le sue cose precedenti, ma tra “Kolossal”, “Se vai via”, e la demenziale “Ballami” (qualcuno ci spieghi il verso “E la mia mamma è un pastamatic non ballare con lei quando scende la notte”) c’era di tutto per farla entrare nelle radio e nelle case di tutti. L’unica rocker italiana, la versione femminile di Vasco, gliene dissero tante, e benchè non fosse esattamente la bellezza canonica che quegli anni di immagine pretendevano, la sua immagine sudata e fisica fece breccia. Ce l’aveva fatta. (Enrico Faggiano)