PARANOIA GODARD  "Concezione"
   (2019 )

Ci sono alchimie artistiche che sono magicamente destinate a fondersi per ideare progettazioni inconsuete. Quella tra l'attore-regista tedesco Godehard Griese ed il producer-musicista tricolore Marco Brosolo è decisamente riuscita. Due menti incastonate a meraviglia che han dato vita ad un'alternativa genesi musicale, sotto forma dei 12 brani di "Concezione": un debutto radioso e concettualmente avanti, con sequele di sonorità che veleggiano tra rotte indie-ambient, sponde jazzy-crooner e risacche deep-house. "Storia di una spiaggia" è l'inizio disarmante che srotola contorni surreali, mentre "Zabrinskie point" marca solchi di alt-rock e dreamy in un tessuto narrativo affascinante. Invece, il trittico "La paura", "Nella stanza tua" e "Bianca" sono bisbigli ipnotici che pervadono l'anima con griffe liturgica. Poi, con spazzolamenti scheletrici e loop gocciolante qua e là, "Ballerino innamorato" è una stesura affabulante, che a Battiato strapperebbe plauso e lode. E che dire del racconto risvegliante di "Ti cercavo"? Giù il cappello! Qui c'è ricerca d'estasi, c'è un braccare moods fosforescenti, che illuminano nel buio paralizzante. Tra indie ed ambient si muove "Dai dai dai", trapelando sussurri filo-cinematografici e speakeraggio piazzato in coda. A "Centocelle" basta un'asciutta chitarra e scarni aliti di tastiera e flauto per convogliare la mente in ponderazioni minimalmente urbane, e cosi via fino all'epilogo di "Un'ultima parola", che testimonia quanto non servano, spesso, formulazioni sontuose per gridare alla genialità, ma solo un estro di luce dotto e (d)istintivo. Brosolo e Griese è un binomio che funziona a prescindere, magari non deglutibile nell'immediato ma fascinosamente pronto ad essere riscoperto, di volta in volta, con inediti magnetismi d'ascolto. Ignorare un simil progetto è un attentato al pentagramma e uno sgarro alla cultura. (Max Casali)