DENIS FRAJERMAN "Wastelands/Lawrence of Arabia"
(2019 )
Dall’unione di due singole entità nasce “Wastelands/Lawrence of Arabia” (appena uscito per Klanggalerie Records), nuovo lavoro dell’artista francese Denis Frajerman, da trent’anni protagonista – attraverso varie incarnazioni, tra cui il progetto Palo Alto, titolare di quindici album dal 1989 ad oggi – di una nicchia al confine tra avanguardia, jazz, contemporanea. Numerosi i suoi contributi nel campo della sonorizzazione di materiale filmografico e documentaristico, come nell’ambito dell’intrattenimento a vari livelli (musica per animazione, teatro, danza).
Le prime quattro tracce (che compongono “Wastelands”), composte in un arco temporale di circa dieci anni, ruotano attorno alla voce di Susannah Rooke che declama estratti da “The Waste Land” di Eliot: basi inizialmente elettroniche sono state rielaborate dallo stesso Frajerman in versione acustica con l’impiego di archi, fiati e percussioni.
La seconda parte (che compone “Lawrence of Arabia”), decisamente più ricca di spunti, è invece imperniata su sfaccettate divagazioni in territori che lambiscono arie latine (le maracas di “Delicias”), orientaleggianti (“Express”, per violini e basso), schegge di jazz (“Nostalgy”, “MélanColia”), suggestioni cameristiche (“Captain Nemo’s death”, “Orient”) e mantriche ripetizioni psichedeliche in maschera prog ad aggiungere un elemento di sottile inquietudine: materiale già apparso su raccolte pubblicate tra il 2016 ed il 2018 e qui riordinato con spirito non soltanto compilativo.
Due le cover, entrambe pregevoli: quella piuttosto fedele di “Clock bird” dei Minimal Compact (autori anche della musica di “Neither living nor dead” in apertura), al cui vocalist Samy Birnbach è dedicato l’intero album, e quella più personale di “Wie der wind am ende einer strasse” degli Amon Duul II, riletta in versione quasi noir, notturna ed insinuante come fosse un pezzo dei For Carnation.
Cinquantatre minuti di squisita fattura, caleidoscopica miscela di istanze disparate mirabilmente ricondotte ad unità. (Manuel Maverna)