NIKLAS ADAM "Undulate"
(2019 )
Mi siedo davanti al computer. Accendo le casse e mi preparo per l'ascolto dell'album. Non funziona, penso. Allora riavvio i file. Niente ancora. "Ma che c... succede?". Mi faccio rimandare l'album. Stesso risultato! Stavolta aspetto un poco. E scopro felicemente che è colpa mia! Le tracce dell'artista danese sono una lezione, non un concerto. I suoni sono centellinati in modo che le pause siano più numerose del "rumore".
''Undulate'', appena uscito per l'ottima Sofa Records, è un concerto. E' un assolo di batteria. Un invito opaco. E' una conversazione in silenzio, piena di punti interrogativi incomprensibili. Spazi acustici volatili ornati da suoni sintetici intrinsechi. Finestre sonore di onde e suoni animali. Secondo me, dovrebbe essere la colonna sonora del primo allunaggio. Una modalità malinconica con forti tonalità Una voce fluttuante e indecisa. Indecisa e passiva. La prima traccia è dedicata alle percussioni o giù di lì. La seconda, a tutto il tappeto sonoro immaginabile e non.
Niklas Adam lavora con performance e installazioni oltre che con la musica. Usa la programmazione e l'elettronica per generare strumenti e/o situazioni con un sentimento di apertura intrinseca. Da lì esamina come l'abilità di quest'opera possa staccarsi dai tradizionali modelli comportamentali di ascolto, pensiero razionale e immediatezza. Il suono, il movimento, la percezione e il modo in cui scegliamo di interpretare il mondo esterno in relazione alla nostra posizione al suo interno, è un tema ricorrente nel suo lavoro, spesso impegnativo e paziente.
Ancora una volta, dichiaro ''Undulate'' l'album più interessante del primo semestre 2019. (Matteo Preabianca)