NULARSE "Sospesi"
(2019 )
Nobilitato da bei testi introspettivi e vagamente fatalisti, “Sospesi” condensa in nove tracce ispirate e sornione tutto il soffuso intimismo di Nularse, al secolo Alessandro Donin, artista veneziano il cui esordio “Physical law” venne accolto tre anni orsono con la dovuta attenzione e non senza punte di entusiastica ammirazione.
Pubblicato per l’indipendente FreshYO! Label (Godblesscomputers, Go Dugong), “Sospesi” riprende da dove “Physical law” si interrompeva, ossia da un ben architettato connubio tra elettronica e cantautorato contemporaneo: rispetto al brillante debutto, il nuovo lavoro opta per la lingua italiana e per una morbida virata in direzione di una matrice chitarristica più evidente che in passato.
Appoggiato su sonorità che cavalcano una sensibilità tipicamente british fra ombre lunghe e concilianti di James Blake e Jamie XX, l’album abbandona in parte le atmosfere che ne avevano decretato la specificità per tuffarsi nel grembo conciliante di una musica d’autore ancora screziata da suggestioni EDM, ma più prossima ad una forma-canzone di diversa accessibilità.
Incentrato strutturalmente sulla elaborazione elegante di pattern ritmici e sullo sviluppo sottotraccia di un groove strisciante e sinuoso, il nuovo linguaggio di elezione è forse diversamente adatto a sorreggere melodie sfuggenti e diafane: se il passaggio all’italiano lo proietta in una dimensione più vicina al sentire di casa nostra, è anche vero che – pur con esiti sorprendenti - la scelta lo distanzia dal sound che ne aveva decretato l’ottimo riscontro nel 2016.
Per restare chez nous, mi ha ricordato in diversi episodi il meraviglioso Giacomo Giunchedi (Cadori), autore nel 2017 di un piccolo capolavoro defilato: sia l’opener “Incantato” che la pulsante “E’ tutto qui” (ospite al basso Saturnino Celani, celebre sodale di Jovanotti) scivolano fascinose e notturne su arie dilatate ed eteree, mentre a “Soltanto nuvole” e “Stiamo cadendo” Alessandro affida il compito di costituire un trait-d’union coi recenti trascorsi. Altrove prevalgono invece elementi di nuovo corso, si tratti della chitarra carezzevole che accompagna “Al sicuro” o del passo accattivante del singolo “Non cambierà”: questione di scelte, coraggiose, non scontate.
Quelle stesse scelte che rendono a suo modo sperimentale un disco non lineare, capace di mantenere inalterata la curiosità per le divagazioni inattese di un autore mai meno che interessante. (Manuel Maverna)