POIL  "Sus"
   (2019 )

Il super ultra-veloce trio dei PoiL (da Lione) ha prodotto ''Sus''. Il disco contiene anche 2 pezzi da 20 minuti totali cadauno dove tutto viene mischiato. Nessuno è più come prima, dopo averlo ascoltato. ''Sus la peira'', la prima traccia, è balzante, molleggiata al punto giusto. Sembra suonata a caso, ma ha cotanto di struttura alla base. Poi abbiamo ''Lo Potz'', la quale inizia con delle nenie corali e finisce allo stesso modo. Ricorda i canti del film ''Kni Dza Dza'', come se pronuciassero la parola ''Koo'' sfasata. A seguire ''Luses fadas'', qui i bassi e timpani sono i protagonisti, raggiunti da un sintetizzatore in minore che si unisce dirottando la trama iniziale. La confusione organizzata è al suo climax. Eh no, ora c'è ''Greu Martire''. L'apertura sembra una versione più moderna, e grazie a loro più corta, di ''Master of Puppets'' (dei Metallica). Chiudono l'ep con ''Chin Fou''. Un misto gregoriano in chiave similmetal, dal 2:36 la userei come colonna sonora per un thriller. Cantano in occitano, con tanta ironia e rinascimento. Per non farci mancare nulla. Il punto di forza del lavoro sono le parti corali e la batteria. (Matteo Preabianca)