LIGHTS OUT  "Rotten stramorten"
   (2019 )

La pubblicazione del nuovo album “Rotten Stramorten” dei Lights Out è una riscoperta ben salda e consapevole del punk anni '90. L’underground italiano è ricco di formazioni che rendono omaggio alle declinazioni più disparate del genere, dal punk '77 all’hardcore, passando per il primordiale garage/proto o al disinvolto college. Tuttavia essendo un mondo, quello del punk, accessibile alla gran massa di musicisti emergenti, il bisogno di scremare dei buoni interpreti per una linea guida non banale mi sembra necessario.

Un filo che ricollega la tradizione italiana (Punkreas, Derozer, ecc.) al presente, è inscenato proprio dai Lights Out, realtà composta da elementi che hanno ben incorporato l’essenza del punk militando in formazioni del nord italiana già dagli anni ‘90. Proprio quel punk revival stile ‘90 ritorna più emblematico che mai, senz’altro rivisitato e modernizzato con influenze rock/metal dell’ultimo ventennio. L’esperienza gioca un ruolo importante donando ai musicisti una consapevolezza tecnica e compositiva di pregevole fattura nei 13 brani qui presentati: le ritmiche martellanti a 190 bpm dell'opener “Let the record play” o di “The cashier” si alternano a tracce dove la struttura assume dinamiche imprevedibili, come nella semi-ska “Angry Tonight”. Il cantato richiama moltissimo Tom Delonge dei Blink 182, sia per il timbro che per la tendenza melodica, che coinvolge tutta la formazione in un binario mai passato di moda negli ultimi 25 anni (nei brani “Summer of Punk” e “Only you” in special modo).

Per quanto si possano riscontrare le influenze di altre leggende come gli Offspring (per esempio nel brano “Stralenctum”), non dobbiamo farci ingannare: una buona dose di aggressività alla NOFX, Rancid, Lagwagon e Vandals è l’ingrediente che rende i Lights Out d’impatto, si tratta, del resto, di influenze citate dai membri stessi. La sezione chitarristica è protagonista con la sua precisione ritmica scandita in tutti gli ottavi nei tipici brani punk, ma assai preparata anche nello sfornare assoli di matrice hard rock come in “Fall in love”. Il basso esegue il suo ruolo in maniera impeccabile coniugandosi alla batteria in una sezione ritmica di alto livello, creando occasionali sfumature che, incrociandosi con la chitarra, rendono la melodia ricca e invitante anche per i cultori del rock tecnico. Citazione a parte la merita “When I'm drunk”, singolo da cui è stato estratto un videoclip che manifesta tutta la vena goliardica ed “eccessiva” tipica del genere.

In conclusione il secondo lavoro dei Lights Out “Rotten Stramorten” appare omogeneo e scorrevole, l’indubbia accuratezza nei dettagli e scelte ritmiche/strumentali variegate seguono uno scopo ben preciso, un sound definito e diretto all’adozione di un punk che sì assembla aspetti morbidi e duri della categoria, ma che vuole raggiungere l’ascoltatore con una coerenza emotiva: l’allegria e la spensieratezza dei brani si sposano a parentesi più introspettive ma senza scalfire il nucleo centrale che rimane quello di un eccellente punk da festa e birra. (Alessandro Giovarelli)