LABRECQUE/BARAKAT "Terminal desert"
(2019 )
Prendete un tizio dalla Palestina, fategli suonare guembri, moog e il Rauschpfeife (piffero tedesco, correttamente chiamato Schreierpfeife). Aggiungete, appunto, un tedesco, senza il piffero, che predilige chitarre e sintetizzatori. Mescolate il tutto con gocce di krautrock e musica della Scuola di Berlino. Infornate il tutto nelle orecchie per 34 minuti e 19 secondi, possibilmente in posizione supina. Eccovi nel deserto finale di Paul LaBrecque e Ghazi Barakat, chiamato "Terminal desert", appena uscito per la storica Karl Records. Il suono anarchico, cosmico e distopico dei due musicisti, apparentemente distanti, ci porta in dimensioni sul filo onirico e la percezione sublimata di qualche avventura sonora ormai datata, ma ben presente nelle sue derivazioni. Queste due tracce fluttuano liberamente in alta psichedelia d'eccezione. Paul e Ghazi non sono proprio due artisti alle prime armi. Il tedesco viene dai Sunburned Hand Of The Man, il secondo dai Pharoah Chronium. Non li conoscete? Un buon motivo in più per comprare questo album. Lo strumento che più ha perforato il mio apparato uditivo è stata la “chitarrina africana”. Qual è tra gli strumenti da me citati? E compratevi questo album, su! Un applauso anche a Nicolas Moulin, l'autore della copertina. (Matteo Preabianca)