MIRIAM FORESTI "Il giardino segreto"
(2019 )
La centralità della chitarra acustica, la caratura di un ospite del calibro di Javier Girotto al sax, e la presenza di numerosi musicisti di qualità, fanno di questo esordio di Miriam Foresti un fiorito e curatissimo "Giardino segreto" che profuma di pop, folk, jazz e refoli di swing e bossanova. Non male, direi... basti pensare che le 10 traccie dell'opera sono tutta farina del suo sacco, setacciata da un'autodidatta che non si definisce una chitarrista vera e propria, e questa è la sua grandezza: l'umiltà. Si presenta col singolo "L'odore delle piccole cose" evitando, tosto, la sonorità passionale per la sua fedelissima chitarra acustica, tracciando la personal-story sullo stato d'animo post-terremoto Aquilano, che ha fatto cambiare, all'interno della casa crollata, anche il più semplice degli odori. Il videoclip è un tenero scorrere di amarcord e focolare domestico. "Libera" è un pout-pourri stilistico: si scorge del jazz con risvolti gospel ed accenni di swing, a conferma dell'ottima versatilità della singer, a suo agio in ogni occasione. "I know a place" annovera la presenza di Javier Girotto (oltre che in "Domani ricomincio") con un brano vestito in chiave jazzy che dà modo a Miriam di sussurrare al meglio nelle nostre orecchie con melodiosa armonia. Invece, l'insolita identità di "Quella sera" ci porta a gustare un ameno episodio blues-jazz di gran tatto esecutivo, con spolverate di tromba carezzevole, mentre in "Domani ricomincio" c'è uno dei fulcri tematici dell'album: ossia, cogliere al volo una opportunità per ricominciare senza accampare alibi nel rimandarlo, il tutto confezionato nella consueta eleganza assemblativa che fuoriesce da ogni nota. "Father" è una suggestiva ballad, con scie di vocalizzi pregevoli che, in alcuni fraseggi, rimandano all'immensa Annie Lennox. L'umile clarinetto di "Persa nel blu" dona quel sottofondo intimistico atto a disegnare vignette sognanti, tra eleganza e dolcezza interpretativa. Gli accordi acustici di "La ballata del bucaneve" si fondono con garbate pizzicate d'archi, rilasciando petali di note soffici. Per chiudere il progetto, "Seconda chance" esprime carismatica fusion, in cui la Foresti sa ben valorizzare l'idioma nazionale inserito in un genere che, spesso, si forgia su lande strumentali. Grazia, istinto, sensibilità e percezione olfattiva hanno consentito alla penna di Miriam Foresti di impollinare 10 fiori musicali, trattandoli con innesti musicali da consumata storyteller, ispirandosi alle grandi Joni Mitchell, Annie Lennox, Joan Baez. Che c'è di male? Ognuno fa riferimento ai maestri di genere ma, chi fa la differenza, sono poi quegli artisti che un giorno se ne distaccano con riconoscenza, anelando la pulsione di mettersi alla prova con una scrittura riassuntiva di tante dritte incamerate. Ora sapete che nell'empireo delle sette note ha aperto "Il giardino segreto" di Miriam: e son tutte rose e fiori. (Max Casali)