I LOBELLO "220"
(2019 )
Metti una sera a cena con Green Day, Nofx, Punkreas e Derozer, ed il desco è apparecchiato a dovere per assaporare di che pasta è fatto il quartetto degli irriverenti Lobello. Nessuno arricci il naso, please, poiché quello che propone il combo d’oltrepo pavese è un semplice, schietto e tagliente emocore- punk. Datato? Può darsi, ma non è da tutti propagare la mitraglia d’energia con efferata ironia, a cominciare dall’appellativo dei loro nomi: esperto in furti d’auto, spacciatore maldestro e pizzicato più volte in flagrante, hacker incompreso ed, infine, sfortunato ma testardo giocatore d’azzardo. Odiano, spesso, i loro contorni paesaggistici, riluttando bar del ca…volo , supermercati ibridi, strade sterrate che intensificano la pesantezza dell’aria, già martoriata dalle polveri sottili. E le ragazze citate in quattro dei cinque titoli di “220”? Servono, servono… eccome! Ci sono quelle che ti fan dannare, quelle con l’indecisione sottobraccio che ti mandano in tilt, quelle affette da sindrome di Peter Pan in gonnella e, soprattutto, quelle che ti fan provare la bruciatura nel cuore, sviluppando il fuoco dell’innamoramento. Quindi: “Patrizia, “Giovanna”, “Barbara” e “Daniela”, prendetele con le molle, sennò arriva la scarica devastante a “220”. L’avete già capito, no? I 5 pezzi dell’e.p. sono abrasivi, sporchi, velenosi, con l’invettiva a fior di pelle, che fa a meno della banalità e fa a cazzotti con una certa intolleranza verso l’ipocrisia dilagante. Dopo quattro dischi, I Lobello si erano presi sei anni sabbatici, ma son tornati col cianuro di sempre, forse più micidiale di prima ma con lo stesso obiettivo: tenere alto lo stendardo del punk-rock con l’orgoglio di soffiare, con gote gonfie all’inverosimile, sul tessuto stilistico per ricucire, con toppe esecutive, i buchi che altri gruppini e gruppetti avevano lasciato con formule scellerate e scimmiottesche. Il pezzo finale “La canzone del ragazzo” è l’atto di compassione per il maschio confuso ed ingenuo, che smarrisce gli attributi alla minima moina femminile, stucchevole e persuasiva. Niente di strano, quindi, se I Lobello lancino saette al fulmicotone in un clima da Far-West: le scritte sulla front-cover sono, d’altronde, eloquenti di come 4 sceriffi compatti abbiano ancora intenzioni serie di sparare cartucce nell’immortale saloon del punk-rock. (Max Casali)