LIFESTREAM  "Diary"
   (2018 )

Debutto discografico per i Lifestream che con "Diary" aprono la via ad un Rock Progressive diretto e genuino. Otto tracce vibranti, sostenute da vocalità decise e da arrangiamenti energici in grado di convincere anche i più scettici, che in fatto di progressive fanno sempre riferimento ai soliti mostri sacri. Alberto Vuolato alle chitarre, Andrea Franceschini alle tastiere, Andrea Cornuti al basso e Paolo Tempesti alla batteria e voce tingono di modernità delle sonorità che affondano le loro radici negli anni '70 e si evolvono lungo gli '80. Il risultato è un disco da ascoltare tutto d'un fiato e da interiorizzare anche attraverso testi che, in inglese, parlano delle esperienze personali dei singoli membri della band: da qui il titolo "Diary" quale filo conduttore delle diverse personalità dei Lifestream. L'opening track, "Dreamer", è una sapiente miscela sonora tra chitarre, moog, batteria e basso su cui si innestano atmosfere rarefatte. "Built From The Inside" si apre all'inquietudine e alla nevrosi per lasciare il posto ad una decisa sezione cantata in grado di trasmettere energia, mentre "The Shy Tree", con i suoi quasi nove minuti, si apre al pathos con tastiera, chitarra acustica e voce. Tempi e controtempi, ritmiche sincopate si impadroniscono del brano rendendolo fluido nello scorrere, mentre "Sound Of The Earth" parte quasi in sordina per poi sprigionare un sound dirompente ottimamente orchestrato. ''Discoveries (The Wicked Picture - The Dreadfull Experiment - A Shapeless Journey – Discoveries)'' racchiude le melodie fluttuanti delle tastiere che fanno da intro alla delicatezza iniziale della batteria e si scontra con la metronomica precisione della batteria e del basso. In quasi dieci minuti, il quartetto costruisce le variabilità del progressive fatte di ritmi cangianti e atmosfere sonore che passano dalla durezza del rock alla vivacità di sezioni acustiche, con tratti enfatici che strizzano l'occhio al Banco Del Mutuo Soccorso. Le note della chitarra si intrecciano e si fondono con quelle del piano aprendo la strada al canto in "Whispers": qui si viene rapiti dell'armonia del brano che, a parere di chi scrive, è uno dei più belli di "Diary", mentre il tutto e per tutto viene giocato negli oltre quindici minuti di "Over The Rippling Waters (The Middle Of Nowhere - Unconscious Trek - The Faceless Army - Interstellar Mayhem - Clear As A Bell)''. I tempi dilatati permettono frequenti cambi ritmici tra sezioni lineari e nevrotici fraseggi che rimandano ai grandi fasti del progressive, senza però il desiderio di emulazione e soprattutto senza perdere di vista la modernità. La title track chiude il disco con le tastiere che introducono la voce e la dirompenza degli altri strumenti che giocano con i tempi dispari. Nel complesso, l'esordio dei Lifestream è con un diario le cui pagine trasudano di un espressione artistica di qualità e denotano una grande alchimia tra i membri della band. (Angelo Torre)