ON THE MOON  "Episodio 1"
   (2018 )

Si passa un bel quarto d’ora con “Episodio I”, e.p. d’esordio per la band veneta degli On The Moon. Quattro tracce che solcano delle ottime arature di pop-rock intrigante, corposo e freschissimo: un’opera prima molto all’avanguardia che, con le sue trame sonore, dà la sensazione del vedo e non vedo, del sentito e non sentito, ossia quell’equilibrio stilistico che rimanda a qualcosa ma fa, parimenti, esultare per nuove trovate. L’ouverture spetta al singolo “Non esisto” che, in entrata, sfoggia una chitarra secca che però presto si fa corposa per intrecciarsi con strali risolutivi efficaci; ed il drumming di Luna Vianello, massiccio e vibrante, è super-presente a supportare la splendida voce di Cathie Almansi, modulata con pertinente mood dolce-amaro. Benchè il video sia tutt’altro che ambizioso, l’idea di due donne che s’inseguono, si nascondono e poi si ritrovano, face to face, ad incorniciarsi reciprocamente, cela la preziosa esortazione a non inquadrare mai l’altro con nessuna etichetta, meglio quindi riappendere presto al muro il vuoto giudizio-cornice. “La cosa più importante” arriva dai fondali, in cui emerge pian piano un grintoso guitar-riff, vero asso nella manica per il pezzo più accorato e schietto, con intervento pianistico nel mezzo a variare il riuscito ensamble melodico e l’invito importante a falciare inutilità e parole non costruttive, per re-settare in qualcosa di più edificante. Segue la garbata invettiva di “Colpa tua” contro gli inossidabili del pensiero: quelli che non spostano di una virgola la propria idea, ed il combo li irride piazzando, spesso e volentieri, un coretto ironico sottotraccia ed una molleggiata ritmica di basso. Invece, il sound si fa più soffuso e ponderativo in “Per non farti preoccupare”, con spunti di grande tatto armonico, immergendo l’orecchio in sognanti contemplazioni, a chiudere una tracklist per nulla indifferente e dozzinale ma che iscrive la band, semmai, nella lista selezionata dei “Next big thing” da tener d’occhio, poiché hanno la quadratura di miscelare notevoli e diverse influenze in un chorus compatto, a dimostrazione che le cose non succedono per caso. Arriveranno lontano gli On the Moon? Si, sulla luna, appunto: nomen omen. (Max Casali)