XAVIER CHARLES & JACQUES DI DONATO  "Ilex"
   (2018 )

Da bambini, vi siete mai chiesti che cosa si dicessero gli animali con i loro versi? Gli uccelli soprattutto, con il loro costante cinguettare, perché sono così pettegoli? Quante cose dovranno comunicare? Ora però si può fare un passo avanti nella qualità della domanda. E se anche per gli animali stessi, i propri versi fossero soltanto versi? Espressione di sé, senza significati da attribuire, come facciamo noi con i nostri linguaggi? Forse, quel continuo dialogare tra i volatili non sono informazioni sul cibo e sul riparo migliore, non sono comunicazioni, forse si avvicinano più all’esperienza artistica dell’uomo. Lo fanno perché lo trovano bello e basta, quindi non serve un perché. E se i musicisti decidessero di adottare quest’approccio primitivo, allo strumento che hanno a disposizione? Probabilmente è così che si spiega quel che combinano i clarinettisti Xavier Charles e Jacques Di Donato, già attivi per i fatti propri nel concepire questi simulacri di sonorità istintive, che unendosi fanno accrescere i rischi - ops - le potenzialità in maniera esponenziale. In realtà, già nel 1995 erano stati complici in queste gesta, e ora tornano a giocare. Nelle quattordici tracce di “Ilex”, disco appena uscito per Protagoniste Records, i due strumentisti respirano nei clarinetti, li percuotono, emettono sibili, giocano con gli armonici (“Magnolia”), simulano il russare di una dormita (“Acer”), si rincorrono pazzamente in stile dadaista (“Wisteria”). Se siete schizzinosi saltate “Amer coup de vent”, perché arrivano anche a biascicare, come chi mastica a bocca aperta, ed il finale fa prurito. In “Cerisier” sembra che ronzino degli insetti. L’effetto complessivo è così straniante, che i musicisti vengono percepiti davvero come animali, nel senso più naturalistico del termine. Fauna che emette i propri versi tramite l’estensione del corpo, il clarinetto. Ma la simbiosi fra strumento e corpo umano non sembra sufficiente. In “Multi – Tond”, Jacques Di Donato suona… un tagliaerba, in presa diretta (con tanto di uccellini nel prato), mentre in “Clarinet sous les pales” Xavier Charles suona… l’elica di un elicottero. Della serie, Stockhausen chi ti conosce? Ok, ora potete chiudere l’Internet! (Gilberto Ongaro)