DAL VIVO "Scenes from afar"
(2018 )
Ci sono dischi che, dopo averli ascoltati, non ti lasciano nulla e li riponi sullo scaffale di casa, magari nel punto più nascosto; poi ci sono quelli che, dopo averli ascoltati, ti imprimono energia e vitalità, e pensi che li riserverai per i momenti più difficili, quando avrai bisogno di carica ed adrenalina. E poi ci sono quelli che preferisco… i dischi come “Scenes from Afar”, che già fin dalla prima canzone ti fanno sognare, ti entrano nell'anima e non puoi più farne a meno.
Ascoltare i sette brani che compongono “Scenes from Afar” è stato come leggere uno di quei libri per ragazzi, quei libri pieni di storie, di immagini e di disegni che sembrano davvero “provenire da lontano”, quei libri che ti portavano in altre epoche, in altri luoghi , sognando avventure e storie d’amore.
Questo è per me “Scenes from Afar”: un progetto musicale dalla chiara impronta indie/folk che, alternando ballate dal passo veloce ad altre più calde e pacate, ti fa recuperare qualcosa perso nel passato, e ti fa venire la voglia di riascoltare il disco e di rigettarti di nuovo in un’altra avventura.
Il viaggio nel tempo si apre con la title track e con un delicato dialogo tra chitarra acustica e batteria, impreziosito da un interludio d'archi che quasi stride con l'andamento gradevolmente “sgraziato” della voce di Federico Passone, ma che ben si adatta alla leggiadria delle sonorità dei Dal Vivo.
L'atmosfera si fa sospesa in “Running on Ice”, il tessuto strumentale è molto semplice: chitarra acustica e batteria accompagnano, ancora una volta, la calda ed appassionata interpretazione dell’artista piemontese, che si conclude nel finale con un arpeggio di chitarra che sembra vibrare come il vento sul viso e che ti trasporta con leggerezza al brano successivo “Disappointed”, dove si apprezzano melodici ed avvolgenti riff di chitarra.
In “The waiting”, il folk dei Dal Vivo emana quel profumo “rurale” che solo i prati d’Irlanda riescono a trasmettere, la delicatezza e la semplicità del brano è tale da rapirti: la voce di Federico Bessone ne definisce i contorni, la raffinatezza della chitarra di Andrea Datrino ti incanta, mentre l’elegante violino di Angie Rottensteiner ti strega ed esalta i momenti di lirismo della composizione.
“Said & Done” ti riporta con i piedi per terra, ancora una volta la chitarra è in primo piano ma stavolta con una veemenza tale da far sconfinare le sonorità del trio in un godibile rock blues contemporaneo, ma è solo una variazione sul tema, poiché in “Just a Game” ritorna la morbidezza del folk sognante dove le aperture dei ritornelli fanno alzare la canzone dal suolo, e il delicato violino la sospende definitivamente a mezz'aria.
Il viaggio dentro il favoloso “nuovo” mondo di Federico Passone si chiude con “I’d like to stay”, un brano in cui tutti gli strumenti suonano all’unisono, unendo l’energia del blues e il calore del folk alla sincera e vitale interpretazione dell’artista piemontese.
“Scenes from Afar” è un disco decisamente da consigliare a chi cerca un indie/folk semplice ma non banale, ricco di sfumature rock blues, ma soprattutto da avere in casa quando si ha voglia di un volo libero, prima di immergersi nella caotica quotidianità. Voto: Otto e mezzo.
(Peppe Saverino)