ANDREA GIOE' "L'ottimista!"
(2018 )
Il nuovo album “L’ottimista!” di Andrea Gioè, uscito per Pirames International, raccoglie sue canzoni precedenti riarrangiate, accanto ad altre nuove, per un totale di dodici episodi più ghost track. E’ un pop rock luminoso, che comprende canzoni in italiano e tre in francese, figlie del periodo di Gioè in Francia. Spunti autobiografici sono la base per diversi pezzi, come “Je suis une ‘Star’”, blues rock con tanto di note graffiate, che racconta appunto della permanenza sui Pirenei, ma soprattutto “Andrea! (…sto rinascendo)”, brano in cui Gioè ricorda a sé stesso che “la vita è una marea” e “il dolore è un’odissea”. Emerge che la necessità di far musica per Andrea è un’esigenza curativa, una risposta positiva alle proprie difficoltà. E vuole essere da esempio a chi ascolta, come nel pezzo iniziale “Nel bene e nel male” e in quello finale “XXL man”, rock battuto che invita a reagire ed a non perdere l’autostima: “You’re an XXL man, grand’uomo sei”. Ma il periodo all’estero influisce anche sulla musica: “Premura”, seppur in italiano, ha una melodia che si accosta bene al pop d’oltralpe. E in “Tu seras le midi”, sopra chitarra acustica ed ukulele, la melodia contiene un sentore di folk d’Occitania. Le origini di Andrea si rivelano nel pezzo scherzoso “La coerenza”, un reggaeton tipicamente arrangiato alla palermitana (a tratti ricorda lo stile adottato dai Tinturia). Il pop resta l’ambiente di riferimento: soft in “Ti lascio andare (…ma non scappare)”, synth nel pezzo che si fa carico dello spirito dell’album: “L’ottimista”, dove esce riassunto il modus vivendi di Andrea, o del suo ideale di sé: “L’ottimista non smista i sogni in fondo alla lista (…) è altruista e ti conquista con la sua positività (…) impara dal peggio per divenire migliore, e va oltre il terrore dell’apatia”. Il pezzo è breve, il ritornello non ritorna, lo ascoltiamo una volta sola; forse perché non c’è bisogno di ripetere il messaggio, che altrimenti diventerebbe retorico. Una canzone che, invece, lascia quasi infastiditi per l’irriverenza nascosta nel sound pop (e lo stesso Andrea nel testo chiede scusa d’averla scritta) è “Yara & Sara”, dedica a Yara Gambirasio e Sarah Scazzi, entrambe vittime di omicidi spiattellati dalla cronaca nera, con la nota morbosità nei dettagli. “Sono due angeli che Dio ha voluto con sé, Yara e Sara, ma perché?”. Come detto, l’esigenza di Gioè di scrivere canzoni parte da un’urgenza interiore, e senz’altro la sua sensibilità invita a far riflettere; ma quest’operazione rivela un approccio insolitamente punk rispetto al resto del disco: richiama la “Canzone di Fortuna” di un altro artista underground, Hello sPunk, dedicata ad un altro indicibile caso di cronaca nera. Ciò che prevale nell’album comunque è uno spirito positivo, dove le coordinate principali sono propositive: “Balla amore”, un rock alla Ligabue, è una festa tra “luci bianche rosse e gialle” come quelle della Formula 3, mentre la ghost track, “E l’amore”, è un brano delicato che inneggia al sentimento più forte di tutti. L’ottimismo di Andrea Gioè potrebbe risultare indigesto, se venisse recepito come una lezione impartita, ma così non è; si tratta di una onesta esposizione della propria voglia di reagire. (Gilberto Ongaro)