CHRIS AGNOLETTO  "Chris Agnoletto"
   (2018 )

Dopo le esperienze nei Motorbreath e nei Mantra, Chris Agnoletto esordisce col suo omonimo lavoro solista. Porta con sé il sound delle suddette band, mischiato ai suoi testi in italiano, che cercano di avvicinarsi al cantautorato. Risulta così un tentativo di gothic rock d'autore. Nelle tredici canzoni (più una ghost track) che compongono quest'album, uscito per In Loop Records, gli arrangiamenti alternano fasi delicate per piano e voce a decisi momenti rock, con chitarra graffiante che usa spesso il delay, e organo hammond. Il tono di Agnoletto spesso è polemico, nei testi si avverte un desiderio di riscatto, come nel pezzo di apertura "Sono ancora qui". Ma ciò che si sente di più tra le canzoni è la critica alla società, che a volte ricorda l'invettiva del Guccini più avvelenato. Ricorre spesso alla provocazione, con parole violente inserite senza preavviso, come in "Basta così", che se la prende coi TG, i giornalisti "che leccano il culo al proprio editore", e l'ostentazione del sesso in tutti i media: "La passera stacca la spina al cervello, per farti pensare solo con il pisello, così non hai scelta, spegni il televisore, ti spari una sega e poi violenti due suore". Si arriva alla conclusione amara, che "la propria vita senza più amore non si può che detestare". La rabbia insiste in "Come siamo bravi", sull'accettazione passiva delle regole dei più forti: "Ci puliamo bene il culo con clisteri di cianuro, se ci sodomizzeranno non sarà neanche un gran danno per noi". Il terzo ritornello diventa un coro sarcastico. "Allo specchio" dirige l'agitazione nell'introspezione: "Ti guarderai nello specchio non per vedere un coglione ma un bimbo un po' più vecchio (...) sei tutto ciò che crei". Pezzo che sintetizza la visione burbera di Chris è "Il mondo è morto", rivolto ad un mondo che "mangia pane e dittatura e caga poi democrazia". Nel climax indugia in metafore sessuali: "Guarda bene il mondo mentre simula gli amplessi, vedi moribondo, sempre godono gli stessi, guarda bene il mondo si masturba nelle orge, muore eiaculando e nemmeno se ne accorge". In "Sopravvivere controvento" il testo si inoltra nella seconda tematica di Agnoletto, a modo suo mistica: "Vivere e morire sono solo un'illusione in questa giostra volante (...) l'uomo diventa più grande di tutte le sue emozioni (...) vai via e cerca la tua utopia, perché usando il preservativo ti fotte la libertà!". E ancora in "Parola d'ordine: uccidere!": "Ma che sapore amaro ha, questa vita è come il fiele, chissà se mai qualcuno insegnerà ad esserle un po' più fedele. Ma che sapore dolce ha, questa vita è come il miele, chissà se solo un giorno impegnerà con la fatica di un mestiere". Accanto a questa visione un po' calvinista, ci sono anche brani più intimisti, come "Canzone per un amico", una dedica dalle parole semplici ma oneste: "Quel cielo adesso è più nero sai per me, che sono ancora qua, godendolo a metà". Da sottolineare gli acuti lirici nell'arrangiamento, che raggiungono l'anima dell'ascoltatore. Non si tratta di una donna, di un soprano, ma di colui il quale ha fisicamente prodotto l'album, Alberto Nemo, che oltre a produrre è a sua volta un artista, che fa tutt'altro genere. Ma deve aver sentito qualcosa in comune con Chris, se non altro per l'approccio gotico, per comparire in maniera così importante in questo ed altri pezzi, come in "Filastrocca nera", dove nel testo sono inserite una conta e domande sulla morte e sull'anima. "Sei" è un po' l'unico brano che cerca di essere orecchiabile, un lento trascinato come "Zombie" dei Cranberries, e le parole rivolte a una donna che dà senso alla propria vita. Altri episodi sentimentali si trovano in "Poesia" ed in "Carlo e Sara", una coppia che vive di una felicità sfacciata che suscita l'invidia degli altri. Alla fine "Your life is in your hands" ci ricorda che siamo artefici del nostro destino, ripetendo le parole ricorrenti dell'autore: "Scegli tra orgasmi ed orrori, svendi i tuoi mali e muori (...) sfidando l'immortalità, quegli abiti ormai fradici di maledetta vanità, li toglierai, li brucerai, per fottere la verità". La ghost track è un'ultima breve conta oscura con le voci deformate. Che dire, nel disco emerge un senso di ribellione vagamente moralista ai modelli pornocratici imposti dai media, ma al contempo si invoca una libertà di quelle che infuocano i bigotti. E' lampante la genuinità di Chris Agnoletto; un consiglio per il futuro però, è di migliorare assolutamente il cantato. Non è certo migliorando la propria voce che si "falsifica" l'onestà della proposta; anzi, si veicolano meglio i propri messaggi. (Gilberto Ongaro)