TRESQUE  "Vai e vem"
   (2018 )

Bella raga, se volete svalvolare molto garsciò, quella di Tresque è la roba giusta per voi! Finalmente è uscita la compilation "Vai e vem" (Care Of C/O Records), con dentro cinque tracce lunghe lunghe, in cui vi perderete in una nube nebbiosa. Provateci a seguire il tempo durante il rave, e vi troverete sempre fuori! Questo perché Tresque fa uso di... poliritmie, nun ve sto a spiegà cosa sono adesso, però se seguite "Tre cavalli", tentando di collegare mentalmente il kick in 4/4, il reverse stick in 3/4 e il click pitchato in 2/4, andrete in para dura, garantito! Lo stesso dicasi per "Cikade", dove la pulsazione basica è talmente ammorbidita che non vi sembrerà neppure techno, almeno per i primi 6 minuti, e potrete separarvi dal vostro ego, unendolo a quello di chi vi sta attorno in cerchio (come appunto nella danza medievale tresque). E tutto questo senza essere fatti come un copertone! E poi si parte tutti a danzare nella nube, tutti abbracciati, love love love, altro che biodanza! Però se vi sembra familiare quello che sentite, non sentitevi balenghi, è tutto normale: è perché i suoni sono presi dalla realtà, cioè, capite? Durante "Mwen se bwe", tra i vari stimoli e il clap, se vi sembrerà di avvertite due battiti di macchina da scrivere a ripetizione, non vi spaventate, non è Jack Torrance, sono suoni concreti e campionati cioè, presi dalla vita vera, un sacco bello! La vostra esperienza diverrà tridimensionale e un po' straniante, ma è quella la figata allucinante zio! Senti che vibrazioni neuronali in "Tendresse", le senti? Se inizierai a star bene, è perché i tuoi microtubuli si saranno attivati, vedrai la luce in fondo al tunnel, non avere paura. Forme d'onda tagliate e ricucite vi faranno sentire ogni cosa al proprio posto, come in "Idioteque" dei Radiohead. E per finire, la bonus track "Afoxc" vi sveglierà fuori, con un allarme costante, immerso nel mare digitale di suoni spazzolanti, che man mano che passa il tempo, aumentano di riverbero. E dopo fischi minacciosi, raggiungerete tre note dal suono ferroso, nascoste negli armonici dei suoni, che vi faranno ondeggiare istericamente fino al top. E poi basta, il suono calerà, arriverà la decompressione, per andare in chimica, ridendo e rivedendo le facce degli amici, dicendo: "Fotonico!". (Gilberto Ongaro)