SETTEMBRE  "Di questi tempi"
   (2018 )

Stefano Riggio ha scelto un “alias” azzeccato (Settembre), per dare alle stampe il suo debut-album “Di questi tempi”. Senza dubbio si tratta di un mese che mette d’accordo tutti, per la godibilità di un clima mite (e strategico per puntare a vacanze alternative più economiche), ma è anche quel nono foglio di calendario che sancisce la nostalgia per l’evasione estiva vissuta. Settembre è un cantautore milanese di 23 anni che, con questa prova, prosegue il discorso intrapreso col primo e.p. del 2016, e mette in rilievo una scrittura niente male ma con qualche ingenuità assemblativa che dovrà essere tarata meglio, in futuro, per scalare posizioni. Ma l’età è sempre un buon alleato, per incrementare qualche malizia risolutiva in più. “Di questi tempi” nasce dalla pulsione di Settembre di dimostrare a sé stesso quanto abbia assimilato dalla grande scuola cantautorale nostrana di Battisti e Gaetano e da quella estera di Dylan, visto che la vocalità di Stefano (in rari tratti) accarezza quella del mitico storyteller. Ha scelto la dinamicità del singolo “La canzone da radio” per cominciare con estro e idea brillante. Stessa identità per “Da domani” che spilla, però, più (s)pinte malinconiche ed esili tastiere e, forse, non è un’opzione felice quella di proseguirne l’uso massiccio anche nell’altro singolo “1999”, in quanto potrebbe rivelare poca fantasia e non sempre è così. Prendete “Margherita”: piuttosto centrata nell’arrangiamento, con sonorità più fulgide che danno una precisa caratterizzazione al brano. Non solo la traccia n.7 sancisce che “Tutto è pop”, ma è proprio la globalità dell’album a rimarcare il genere, chiudendo la tracklist con la ballata acustica di “Sasha Gray”, intensamente minimale e dedita alla malinconia. Racconti urbani, amori finiti, nostalgie in agguato e tutto un microcosmo insolito a modificare le nostre vite. Questo è “Di questi tempi”: un’ostrica semi-aperta, e Settembre, per dischiuderla definitivamente, dovrà osare tuffarsi in un mare progettuale più vasto, se vorrà trovare quella preziosa perla compositiva che tanto si anela. (Max Casali)