CLAUDIO SIGNORILE  "Groove experience"
   (2018 )

Il talentuoso bassista Claudio Signorile ci presenta nell'album "Groove Experience" la sua interpretazione della fusion, che jazza elementi funk e rock. Nei sette pezzi strumentali, la band genera dialoghi fra gli strumenti, come tra piano e basso in "Horizon", ma qui e nelle altre ci sono spazi liberi per il basso, indiscutibilmente protagonista, che in "Unforgettable" è anche l'unico strumento presente. Batterista che utilizza diversi fill ma resta sempre al proprio posto, chitarrista che nella maggior parte dei casi opta per suoni puliti, ma a volte si concede anche assoli rock come alla fine di "Bass suite", dopo una lunga introduzione virtuosa riservata al quattro corde. Al centro di questo brano, fra il basso slappante e che gioca anche con gli armonici all'inizio, e il classico chitarrista che suona eroico su un podio, si inserisce il pianista che invece crea un'improvvisazione la quale, se era partita da un intenzione intensa ed enfatica, poi vira su una direzione jazz più elegante, che indugia su note di settima e nona. Anche il batterista ottiene il suo spazio solista. La traccia successiva, "Groove experiment", nel contesto fusion dell'album appare letteralmente come un esperimento a parte. Si fa utilizzo di percussioni elettroniche in maniera determinante, accanto alla batteria acustica. Il basso nuota nel ritmo galvanizzandolo. Questa musica si può prestare degnamente ad essere colonna sonora di certi videogiochi, specie nella fase delle impostazioni tecniche, perché crea proprio quell'ambiente psicologico che invoglia ad essere operativi. "When love ends" invece è più introspettivo: il semplice tema di pianoforte è malinconico ma non disperato, esprime un punto di vista maturo sulla fine del sentimento, una controllata tristezza. Il basso poi emerge a spintoni tra questa flemma garbatamente romantica, per eseguire invece volute memorabili. A ripristinare l'emotività ci pensa il sassofono. "Mosaic" è un pezzo per basso agitato, che gioca a rimpiattino con l'effetto eco, tessendo una fitta rete di note, poi spazzata via da un riff distorto rock sostenuto anche da archi di tastiere. Chiude il lavoro la placida "In my memory", con arrangiamento di chitarra acustica, ma sempre ritmo incisivo e basso importante. Un album per musicisti, ma anche per estimatori della fusion e della strumentale. (Gilberto Ongaro)