ROCCO GIORDANO  "Virgole"
   (2018 )

L’esperienza che si matura, in campo musicale, può passare da importanti crocevia che, sovente, non vengono valorizzati abbastanza. Prendiamo il caso del qui presente Rocco Giordano, rocker purosangue da Latina: prima di mettersi sotto i riflettori da solista, ha lavorato come roadie per tournèe di big italiani (Pausini , Cocciante), suonato in altri combo metal, è arrangiatore, compositore e sa espletare la voglia di rock con spontaneità e cura. “Virgole” ha solo 4 pezzi ma è un mini-album puro e duro, in cui le scelte d’impasto sono, comunque, mirate a non esondare il fiume esecutivo. A far gli onori di casa c’è “Abbracciami”, brano dalla pluridentità: miscelato con dosi di blues, velature di funky e piacevole tastiera prog in coda. Anche se “Voglio solo te” non abbonda di fulgida fantasia, ha ottimi assoli di elettrica ed il cantato assume sembianze di Vasco con pochissime parole e cadenza rabbiosa. Folgorato, in tenerà età, dall’aver ricevuto in regalo una batteria, per poi passare alle 6 corde, l’amore per il rock Giordano lo ha assimilato con palese ridondanza ed è piuttosto manifesto nelle trame dell’opera: ad esempio, si nota l’influenza dei Led Zeppelin nella title-track, che scorre con accordi semplici ma tenaci, in cui si intersecano le tastiere seventies, presenti anche nella conclusiva “Babe d’estate”, sostenendo la chitarra di Rocco che continua a ruggire imperterrita con assoli virtuosi di marchio squisitamente Santaniano, riportandoci ai fasti del buon vecchio rock. Questa è spontaneità, questo è diletto per la musica! Non la scelleratezza dell’impulso fuorviante di tanti nel credere di spaccare il mondo con quattro note messe là, alla carlona. Qui parliamo di saggezza progettuale, di acume esperienziale, di accordi tosti ma pesati sul bilancino dell’orologiaio e, soprattutto, parliamo di “Virgole” e non di “punti”, perché il discorso continua… eccome se continua! (Max Casali)