CRETA  "Creta"
   (2018 )

A Massimo Pupillo piace proprio creare formazioni disparate e improbabili. Già bassista degli Zu, dopo aver fatto incontrare altri due amanti del noise l'anno scorso, quali Alexandre Babel e Caspar Brӧtzmann, questa volta volge nell'ambient. Un ambient di tipo inquietante, da colonna sonora per film horror allucinato. I protagonisti sono, a fianco di Pupillo al basso, l'artista elettronico Luciano Lamanna (di suo dedito a un'oscura techno nichilista), e al virtuoso Roberto Zanisi. Quest'ultimo suona diversi cordofoni, anche etnici quali il cümbüs turco (assomiglia al banjo ma ha un suono più ferroso), il bouzouki e il cifteli albanese. Assieme formano il progetto Creta, dal nome assai significativo nel rappresentare il trattamento dei materiali sonori, gradualmente modellati nello scorrere delle tre tracce dell'omonimo album (appena uscito per Karl Records). Nei quattordici minuti di durata di "...And everything that shines" si percepiscono dei minacciosi venti nella prima parte, raggiunti dal cümbüs, ma nella seconda parte sono dei piccoli fastidi legnosi, continui come grilli d'estate, a portare alla paranoia, mentre casuale gocciola un suono sintetico che rende l'idea del liquido. Le pulsazioni gravi del basso di Pupillo fanno vibrare anche l'orecchio medio. In "Babe in the egg of blue" la direzione percussiva dell'elettronica di Lamanna è più presente, seppur mai ritmata. Qui Zanisi sembra utilizzare il bouzouki, anche se non ricorda assolutamente il cliché di "Suspiria". L'atmosfera è "altra". E la viola incrocia il cifteli in "Future humans in form of aur", accompagnati da rumori costanti ma mai martellanti. I crescendo psichedelici scompaiono nel finale per lasciarlo a Zanisi con il cümbüs, lasciandoci in un'illusione folk. Altre parole sarebbero abbastanza superflue, poiché trattasi di musica da assorbire per esperienza personale, più che per interpretazione intellettuale. (Gilberto Ongaro)