MAGAR  "Capolinea"
   (2018 )

“Giungere al termine di qualcosa”: se si cerca sul dizionario della lingua italiana è questo il significato della parola “Capolinea”, ma nel dizionario della musica, a breve, quel termine avrà un nuovo significato. Il 30 marzo esce infatti, in digitale e in cd, “Capolinea”, l’ultimo lavoro dei Magar, band sarda che dopo 18 anni di musica alle spalle e dopo 3 album all’attivo, non hanno proprio intenzione di fermarsi, anzi, con questo ultimo lavoro ripartono con la stessa grinta e la stessa qualità di sempre. Quello dei Magar è un disco che presenta sonorità diverse rispetto al precedente Ep: infatti, abbandonata la venatura blues di “Televergogna”, la band sarda ci delizia con un rock molto diretto, melodico e senza fronzoli, con un sound talvolta dalle tinte vagamente folk, e l’utilizzo della fisarmonica nel pezzo di apertura del disco ne è la testimonianza. Il singolo “Gratitudine”, che apre l’EP, è un concentrato di emozioni: durante l’ascolto si resta sospesi nell’aria e si partecipa vivamente all’amore sofferto per la propria terra, dove “le lingue sono condanna”. Da brividi l’intro di chitarra acustica, che dolcemente si unisce al resto della sezione ritimica fino a scemare. L’atmosfera magica ed emozionale prosegue con “Non è semplice” e si sublima – leggera come una frase di seta che ti accarezza la mattina – con “Vorrei che fossi qui”, una splendida love-ballade dove l’onnipresente slide guitar, i cambi di intensità vocali e della sezione ritmica la rendono ancora più struggente. L’Ep si conclude con un pezzo,“Le mie orge”, in cui l’iniziale riff ci introduce ad una cavalcata elettronica ed adrenalinica che ti riporta con i piedi per terra e alla dura realtà: il refrain “Dentro la testa le mie orge” è l’inno al disordine mentale che spesso regna nella testa di tutti noi ma che ci rende vivi. La “Gratitudine”, in questa recensione, non è più il singolo dei Magar, ma è la mia nei confronti di una band che mi ha fatto vivere quattro pezzi intensi ed emozionanti, una band la cui musica sfugge alle facili catalogazioni ed a qualsiasi schema, perché la musica dei Magar è suonata con passione e sentimento. Un disco che vale la pena comprare e riascoltare all’infinito. (Peppe Saverino)