TELEGRAPH TEHRAN  "Spettri da scacciare "
   (2018 )

Trio shoegaze con base a Bologna, i Telegraph Tehran risultano poetici e profondi e il loro esordio suona fresco e ispirato; impreziosisce l’opera l’artwork di Irene Fenara, giovane artista bolognese, la cui componente visuale è un degno compendio della parte sonora offerta dalla band.

“Spettri da Scacciare” inizia con un pezzo verdeniano, in perfetto andamento da primi anni novanta, a mezza via tra grunge ipnotico e shoegaze puro, con un ritornello melodico e una voce che si fonde con gli strumenti. Muro di suono improvviso e arpeggio dolce si alternano in “Sogno No Stop”, emozionante ed emozionale al tempo stesso, dove le chitarre si danno battaglia e la batteria aumenta la potenza della voce nel chorus. “Sentimento del Tempo” e “Libero” sono due pezzi più riflessivi, anch’essi ipnotici e dolci, ma dal testo graffiante e onirico, molto vicini a quello che è probabilmente il gruppo a cui i Telegraph Tehran guardano di più, vale a dire gli Slowdive.

Anche “Panic V” sembra uscire da “Souvlaki”, piena di eco e di arpeggi soffocati, mentre “Solea” è il pezzo in assoluto più melodico e rilassato del disco, dove la voce è un compendio perfetto agli altri strumenti musicali e sembra fondersi in un unico magma, e l’atmosfera è sempre quella di “Souvlaki”. Ancora anni novanta, ma più inserita nel versante indie italiano, è “Box Ten”, di nuovo vicina ai Verdena dell’esordio, sporca e garage. “Tv Show” è ancora una volta un omaggio e una prosecuzione di un certo indie punk anni novanta italiano, con accenti che vanno dai Negazione ai Fluxus, mentre la conclusione del disco, “La Tua Immagine”, riporta l’atmosfera agli arpeggi onirici e alla voce sussurrata dello shoegaze; l’ultimo brano è, in realtà, una traccia bonus registrata dal vivo, “Un Abisso Che Ci Scopre”, che rivela come la band live propenda più per le atmosfere indie e punk mostratesi in alcuni brani del disco, che è un esordio estremamente bello e pieno di ottime idee. (Samuele Conficoni)