GIOVANNI CONELLI  "Di viaggio, di fiori e di altre spine"
   (2017 )

Titolo poetico se ce n'è uno, "Di viaggio, di fiori e di altre spine" è la terza pubblicazione del cantautore elettronico Giovanni Conelli, il quale per giungere alla "quadra" del presente EP ha impiegato la bellezza di due anni, passati tra l'ideazione e composizione dei brani contenuti nel disco ed il crowdfunding per la produzione dello stesso, godendo pure della bella ed inattesa sorpresa del raggiungimento in largo anticipo della quota prefissata. Uomo d'Europa per antonomasia (prima di inciderli ha infatti portato questi brani in giro tra Vienna, Roma, Passau, Milano, la sua Napoli e svariati altri lidi), Conelli ha l'istinto del viaggio nel sangue, come spesso succede ai suoi conterranei: e questa naturale predisposizione al cammino l'ha trasfusa nei 4 episodi che compongono "Di viaggio, di fiori e di altre spine", disco che si posiziona in maniera naturale al crocevia tra l'elettronica ed il cantautorato esattamente come la foto di copertina, rappresentante Istanbul, rimanda non solo idealmente allo storico crocevia tra il mondo occidentale e quello orientale (quindi tra due culture in antitesi, più che mai al giorno d'oggi) e, nondimeno, titolo di uno dei brani più ispirati ed importanti dell'EP. Degno di nota anche "Habibi", titolo particolarmente in voga al momento (oltre a questo brano sono infatti usciti in contemporanea anche l'omonimo successo di Ghali e l'altrettanto bella canzone dei Caracas con Badara Seck) e, soprattutto, episodio di classe e splendidamente arrangiato, condito da visioni testuali ammalianti ed al tempo stesso tristi ("le sabbie mobili e il fango che danzano nel ventricolo destro del cuore... ed il tuo collo si lascia soffiare dalle labbra sottili di un altro..."). "Ho un sole accecante dentro gli occhi", canta Conelli nell'opener "Le spine": altrettanto accecante, per chi l'ascolta, sarà di certo questo disco, soprattutto per chi saprà chiudere gli occhi e farsi trasportare in mondi lontani, e al tempo stesso vicinissimi, grazie a queste musiche ed a queste ispirate liriche. (Andrea Rossi)