REMO ANZOVINO  "Nocturne"
   (2017 )

A cinque anni dall'ultimo lavoro pubblicato, il compositore Remo Anzovino ritorna con "Nocturne", una raccolta di quattordici brani pianistici che, come suggeriscono il titolo, affrontano la struttura dei "notturni", un tipo di scrittura basata su non più di due temi, e dove il dato emotivo di stampo tardo romantico è quello prevalente. Sono presenti molti ospiti internazionali, fra cui Masatsugu Shinozaki, primo violino dell'Orchestra Sinfonica di Tokyo. Compare in "Empty House", pezzo introdotto da un delicato arpeggio di pianoforte, e si prova una sensazione di solitudine e freddo; a metà Shinozaki arriva a far compagnia e calore con il violino cinese, col suo tipico timbro e il caratteristico stile di esecuzione con frequenti glissato. Altro ospite è Vardan Grygorian, armeno virtuoso di uno strumento a fiato tipico del suo Paese: il duduk. Egli è presente in "Galilei", brano costituito da un'aria semplice e simmetrica, reiterata su due ottave diverse di altezza. Le ultime note del tema si uniscono agli accordi di chiusura. Anzovino si è ispirato alla figura di Galilei per due motivi: Galilei, se guardasse le stelle oggi, anziché cercare le risposte alle sue domande, troverebbe le domande che nessuno si fa più. Il secondo motivo, più calzante, è per la paura della tortura e della morte che ha avuto, e la conseguente scelta di abiurare, nonostante convinto delle proprie idee. Per estensione, la dedica è rivolta alle persone che per paura rinunciano ai propri sogni, quando Remo pare non vuole smettere di inseguirli. Così, nella maestosa "Hallelujah" ascoltiamo tante note bianche (quelle di durata maggiore), suonate con un'interpretazione davvero commovente. La successiva "Estasi" (un nome, un programma) propone un'aria sospesa, che però funge solo da preparazione psicologica per l'arrivo imprevisto degli ottoni, che eseguono una solenne melodia, che fa alzare in piedi chi è seduto e mettere la mano sul petto, come per un inno nazionale. Anche se Anzovino è un compositore moderno, un qualche debito di passione per il Romanticismo ottocentesco ce l'ha, e si avverte in "Miss You" dove, se la melodia sembra familiare dalle prime note, a un certo punto c'è una progressione di accordi che è un evidente omaggio al celebre Notturno op.28 n.4 di Chopin. Ci sono arrangiamenti orchestrali, firmati da Stefano Nanni, in "Still Raining" e in "The Stars", che portano la musica ad essere da colonna sonora, specie in "The Stars", dove gli archi eseguono note ascendenti cariche di vibrato. Torna quindi un accenno alla passione per il cinema muto, che Anzovino ha già frequentato e dal quale ha sviluppato il concetto di "colonna visiva", dove la musica è il veicolo emotivo protagonista, col quale comunicano le immagini di spezzoni di film anni '20-'30 proiettate nelle esibizioni dal vivo. Lo stile emozionale - lacrimevole di Remo Anzovino ha influenzato diversi giovani compositori, tra cui la promettente Fiamma Velo. "Universi" è un altro esempio di dolcezza al pianoforte, e il titolo forse rievoca la teoria del multiverso, secondo la quale non esiste un solo universo ma più universi paralleli, che si sviluppano a grappoli. Immaginando di osservarli da lontano, questi universi infinitamente grandi, assumono una forma che assomiglia a quella delle particelle subatomiche, infinitamente piccole. Dentro queste teorie tanto scientifiche quanto affascinanti, si può navigare con le riflessioni interiori (Anzovino dice che questo disco è pensato per chi si vuole ritagliare uno spazio per sé). Anche "Istanbul" è un'interpretazione personalissima della capitale turca: agli ascoltatori, senza leggere il titolo, possono venire in mente tutt'altre suggestioni. Gli altri brani presentano più o meno le stesse caratteristiche, ci fermiamo sul brano in apertura: "Nocturne in Tokyo". Una melodia prettamente "europea", occidentale, sembra voler giocare con la scala orientale pentatonica. Nonostante "Nocturnes" presenti diverse evocazioni cosmopolite raccolte in giro per il mondo, sembra che l'Estremo Oriente sia la meta prediletta del disco; non a caso Remo Anzovino è entrato a far parte della famiglia degli Yamaha Artists, e sebbene le sue composizioni dovrebbero far emozionare chiunque nel mondo, questa produzione non può che entusiasmare in particolare proprio il mercato giapponese, sempre così avido di un certo tipo di neoromanticismo. (Gilberto Ongaro)