MADONNA "Like a prayer"
(1989 )
Di tempo ne era passato, da “True blue”, e la ragazza ci aveva dato dentro comunque. Un nuovo film (“Who’s that girl”) che ne evidenziò subito le difficoltà a fare successo anche su grande schermo, ma con colonna sonora che andò di inerzia in classifica; un tour che passò anche dall’Italia, con ricerca disperata di una nonna sperduta nel centro Penisola; un album di extended (“You can dance”) con inedito poco esplosivo, “Spotlight”, e una collaborazione che permise ai boxer di Nick Kamen di arrivare a Top Of The Pops. Per l’album nuovo, si dovette aspettare la primavera del 1989, e ci fu un altro botto. Come sempre, furono i videoclip a far parlare, più di un album che cercava sempre di ammiccare alle profonde vastità del pubblico, portava sotto il proprio ombrello Prince per un poco fortunato duetto “Lovesong”, e forse non riuscì a riversare sul mondo la pioggia di singoli che erano usciti dai due prodotti precedenti. Si partì con la titletrack, nel cui video miss Ciccone tentò l’intentabile: sedurre un santo. Di colore. Messo in galera per errore, o per razzismo. Mentre ballava tra croci del Ku Klux Klan. Troppo, per la puritana America: in Europa al massimo si poteva disquisire sulla nuova tinta per capelli, che la rese moracciona, ma al di là dell’oceano fu il parapiglia. La canzone era una tipica traccia pop, con conclusione gospel, ma l’attenzione era altrove. Poi ci si aggiunse “Express yourself”, con anteprime “Madonna appare nuda nel prossimo video! Scandalo!” a far aumentare la salivazione dei gossippari. Poco contò che alla fine, effettivamente, del corpo in questione si vedesse davvero poco, per un trucco di luci (al confronto “Thank you” della Morrissette è un porno siffrediano, per intenderci): il gioco era fatto, insieme alle dichiarazioni di intenti “liberatevi, esprimetevi”, e atteggiamenti da dominatrice. Non si trovarono, però, altri singoli tormentoni: “Cherish” la vedeva sguazzare, casta e pura, tra le onde dell’oceano, mentre con “Dear Jessie” sembrava di essere allo Zecchino D’Oro. Ma era solo una anticipazione, forse, dei suoi libri per bambini. Furba, forse ci stava già pensando. (Enrico Faggiano)