CLAUDE SPEEED "Infinity ultra"
(2017 )
Un salto indietro in decenni non troppo lontani caratterizza il sound dell'album "Infinity Ultra" di Claude Speeed, appena uscito per la Planet Mu Records. L'elettronica di queste tracce sviluppa una ricerca di suoni synth e di certi pad che sono stati frequentemente utilizzati nel corso degli anni Ottanta e Novanta, in diversi ambienti, dalle colonne sonore più eteree per i film di fantascienza fino ai violenti suoni digitali del fenomeno rave. Il pezzo "Ambien rave" prende esplicitamente spunto proprio da tale ambito, basandosi su un loop melodico e ritmico che potrebbe funzionare come dance, ma volutamente è assente il kick, il battito necessario al ballo. L'attenzione di Speeed è tutta puntata sulla ricerca dei timbri sonori, e dei rumori che attanagliano diversi brani come "Alternate histories", dove le percussioni sintetiche e cariche di riverbero compaiono senza preavviso e con una certa veemenza. I rumori si fanno parecchio distorti in "Serra" e "800 Super NYC". Oppure in "Windows 95" - traccia dal titolo significativo - ci sono suoni sinistri e un loop armonico disturbato dal rumore che fa la radio quando non prende il segnale. L'unico caso in cui compare una batteria, seppur drum machine, è "Entering the zone", che per il piglio che prende sembra una sigla da telefilm tipo ''Hunter''. Alcuni pezzi si dirigono in zone più celestiali come "Spirits". Questa ricerca dei suoni che probabilmente hanno caratterizzato l'infanzia di Claude Speeed, è simile a quella che fecero per l'LP "Discovery" i Daft Punk i quali, essendo un po' più grandi, hanno pescato dalla loro gioventù che era immersa nella disco anni '70. Il risultato però qui è più meditativo e nostalgico, che dinamico e divertente; il rischio è di perdersi durante l'ascolto, essendo assenti dei riferimenti strutturali riconoscibili quali strofe e ritornelli, né zone A e B. Sono tutti flussi costanti dallo sviluppo continuo, a volte ripetitivo a volte cangiante; chi potrebbe apprezzare "Infinity Ultra" sono gli idolatri di quei suoni un po' stagionati ma non ancora vecchi, che tra pochi anni potranno essere considerati vintage, e chi è nato tra l'84 e il '91 potrebbe vivere delle forti suggestioni, non comprensibili razionalmente. (Gilberto Ongaro)