SIMONE PIVA E I VIOLA VELLUTO "Il bastardo"
(2017 )
In sella da quasi un decennio, torna a cavalcare Simone Piva, da Udine, insieme ai cinque companeros dei Viola Velluto, con il quinto lavoro “Il bastardo”: una via di mezzo tra l’e.p. e l’album. Sette brani che ribadiscono l’esclusivo trade-mark stilistico che ha saputo coniare il sestetto con gran tecnica e miscellanea di generi, mai invasivi uno sull’altro e che li rende di non facile collocazione. Chiaramente, si avvertono refoli di country, folk, pop, rock ma sempre non completamente afferrabili per centrare precisi connotati. Inoltre, si gusta quel clima da saloon che smorza i toni diretti e sfrontati ma necessari per far arrivare, a chi ascolta, messaggi di forte impatto. Esempio “Hey Frank” è una birrata fresca, versata in boccali country, ispirativa di Far-West e assalto alla diligenza. Non è da meno la traccia del titolo, con fracassi di rissa ed esplosione rock, ruvida e verace, con successivi inserti tex-mex. “Hello madame” è quell’imprevedibile e gustoso reggae che trova la giusta alchimia nel frequente ricorso empatico della tromba. E’ fisiologico che nel percorso i cavalli debbano rifocillarsi, ma “Quando saremo giovani” non disseta a sufficienza e non desta particolari emozioni. Però si riparte bene, con folate di vento e nitriti di “Nord est”, per ricreare sonorità di placidi paesaggi west-coast, con una semi-ballad, condita da pregevoli interventi di tromba e chitarra acustica. Ormai, non è più un mistero che il “Far West” sia a portata di mano, sorretto da archi e piano, in cui Simone ed i cow-boys volgono in sezioni contemplative, per poi sfogarsi con equilibrata passionalità. Infine, “Noi” siamo convinti che qui la tromba ricalca un famoso fraseggio western ma sanno trasmetter bene il mood intenzionale del congedo, con un grazioso e spensierato reggae. Simone Piva non è “Il bastardo” di turno, ma un prode scudiero, un coraggioso auriga implementato in Friuli, che ha saputo fornirci un disco con ampie garanzie di giocare sul (Viola) Velluto. (Max Casali)