PULSATILLA  "Pulsatilla EP"
   (2017 )

Se siete seguaci delle cure omeopatiche, forse sarete ferrati nel cogliere i riferimenti testuali di questa dream pop band. I Pulsatilla, il cui nome deriva da una pianta dai fiori viola, esordiscono con il loro omonimo Ep, che include sette brevi canzoni dal suono chiaro e luminoso, forti della chitarra che ricorda molto la Rickenbacker 360 e quel suono jingle-jangle caratteristico dei Byrds, che accompagna testi introspettivi cantati con una voce maschile stranamente eterea e sorridente, per le parole che pronuncia. "Non aspettavo un tuo commento per il mio finto tradimento (...) malinconia adagiata, filastrocca accartocciata (...) polvere che giace dentro me" (dal pezzo "Adagiata"). Malinconia creata anche dall'impiego massiccio di accordi di settima maggiore, seppur sostenuti da ritmi abbastanza rapidi. Si alternano desideri sognanti (esplicativo il titolo "La ballata di Morfeo") al disagio nel constatare la realtà per quella che è, "vago tra anima e ragione". L'amore viene affrontato quasi confondendo malattia con cura in "Psora": "Sconfiggo la mia psora e contengo qualsiasi forma di sentimento". "Il mondo è un posto profondo dove chi vive è già morto, morto come la luce di quest'inverno" canta in "Tempo stretto", un 7/4 dove la chitarra mantiene un riff melodico che, con toni più chiusi, potrebbe essere suonato dagli Spandau Ballet. "Outro", il brano di chiusura, è uno strumentale di un minuto e mezzo in cui la chitarra gioca con degli slide e si tuffa in sound molto sixties e in una melodia romantica che funge bene come chiosa di un Ep vaporoso, che si propone come una cura non convenzionale per le difficoltà della vita. (Gilberto Ongaro)