STEFANO DE PONTI  "Fin​-​d'ersástz / 20xx – 2016"
   (2017 )

“Fin​-​d'ersástz / 20xx – 2016” č il titolo di un “collage meta-narrativo, di ricerche sonore e di tentativi poetici” che porta la firma di Stefano De Ponti. Come la descrizione stessa suggerisce, si tratta di un lavoro complesso, che unisce sperimentazione sonora e scrittura, nato come mixtape per un sito web e contestualmente pubblicato in edizione ultralimitata (trentasette copie tutte con copertine diverse fatte a mano) in cui sono presenti solamente due lunghe tracce di diciotto minuti e spiccioli caratterizzata dall’alternanza di tappeti elettronici e sprazzi di poesia recitati con grandissima espressivitŕ. “Ersástz A” inizia quasi in medias res, con il monologo estratto dal film “Nostalghia” di Tarkovskij sulla natura umana (“io non posso vivere contemporaneamente nella testa e nel mio corpo: per questo non riesco a essere una sola persona…”) e sulla realtŕ attuale (“il male vero del nostro tempo č che non ci sono piů i grandi maestri: la strada del nostro cuore č coperta d’ombra”, “sono proprio i cosiddetti sani che hanno portato il mondo sull’orlo della catastrofe”), e che si esaurisce in due minuti. I restanti sedici, invece, sono immersi in un’elettronica oscura, rarefatta e ambientale, che scorre lentamente e con qualche increspatura. “Ersástz B” riprende il discorso del lato A e inizia fra suoni ruvidi che vanno levigandosi pian piano, sino a diventare morbidi e ariosi dopo circa quattro minuti, mentre brevi dialoghi, citazioni e stralci poetici compaiono e scompaiono in brevissimo tempo, accompagnati da atmosfere quasi cinematografiche. Verrebbe da dire che siamo stati fortunati per aver potuto ascoltare “Fin​-​d'ersástz / 20xx – 2016”, vista la tiratura limitatissima dell’opera: il collage funziona e i passaggi fra musica e parti parlate risultano fluidi, oltre che molto suggestivi. (Piergiuseppe Lippolis)