SILVIA ODDI  "Ingenua felicità"
   (2017 )

Metti un’esibizione come tante, in cui non t’aspetti nulla ed invece, quella sera, ti imbatti nel producer Gianluca Salvi, boss della Gnu Wave Records, col socio Fabio Colella (qui anche batterista), e qualcosa cambia nel percorso di un artista. Rimasti colpiti dalla capitolina Silvia Oddi, le propongono una fattiva collaborazione che sfocerà in questo debutto: “Ingenua felicità”. Tuttavia, ci son voluti 3 anni di confronti e tanto lavoro per portare a maturazione sia gli 11 pezzi dell’album, sia la vena ancora acerba della singer romana. Nonostante abbia solo 29 anni, Silvia ha assimilato bene la lezione sonora dell’ondata eighties, ed ha senz’altro espresso bene la passione per l’elettro-pop e per la new-wave che orbitava in quegli anni. Ma partiamo dalla fine, in quanto ci ronzano un paio di perplessità che forse si potevano evitare sulle ultime 2 tracce: “In una bolla” e “Face to face heart to heart”. La prima, oltre ad essere infarcita di troppa elettronica, quale interesse può suscitare il grottino in cui il nonno custodiva le cose genuine? Mentre, alla cover dei Twins si è deciso, forse inopportunamente, di affidarle la chiusura del disco e di girarne un videoclip, piuttosto che puntare l’obiettivo su altro inedito. Sia chiaro: buon per Silvia che c’è abbondanza di risorse. Tolti questi due sassolini, calzano davvero bene le altre 9 tracce di “Ingenua felicità”, in quanto le tastiere euro-pop di “Amore e amicizia” camminano con squisita scioltezza e i synth di “Serena” echeggiano in gustoso clima new-wave. Invece, quelli suonati da Eugenio Valente (alias: Eugene) fanno da featuring in “La tazzina di caffè” e conferiscono al pezzo una indubbia eleganza ipnotica. Il sound anni ’80 è duro a morire anche in “La notte più bella”, con insita l’emozione dell’incontro tra due giovani che si conoscono ad un concerto d’estate. La Oddi sembra sguazzarci bene nel sogno che ha inseguito, e trasmette quella prelibata semplicità che non guasta mai, quando si desidera ascoltare musica non seriosa. Ha, inoltre, buona tecnica vocale, capace di supportare e districarsi bene nei sentieri di loops, drum-machine, stoppati di chitarra funky-disco e sequencer distillati nella track-list. Se si considera che, ad otto mesi dall’uscita, sono già stati ricavati ben tre video da questo disco, è chiaro quanto l’entourage creda in lei. Come possiamo dargli torto? Con “Ingenua felicità” Silvia ha dato sfogo massimo alla sua personalità, dimostrando di svilupparla in perenne evoluzione con pregnante curiosità: ingredienti base per difendere la gamma vitale dei sentimenti e svilupparli al meglio in fase realizzativa. Lei c’è riuscita con sagacia, caparbietà ed intelligenza. Bene, avanti così! (Max Casali)