MALCLANGO  "MalClango"
   (2017 )

A parte in qualche jazz clinic, è raro trovare una formazione con due bassisti. Questo è uno dei casi, i MalClango sono un trio basso - basso - batteria, e ciascun membro proviene da altre band. I due strumenti gemelli raramente suonano all'unisono per aumentare la ''pacca'', invece utilizzano appieno le loro caratteristiche, intersecando ritmiche, arpeggi e melodie. Il loro omonimo album è strumentale e presenta 7 pezzi in cui le sperimentazioni sono continue, sia a livello di destrutturazione ritmica, che nella ricerca di timbri particolari, e di strumenti casalinghi insoliti, come bottiglie di spumante, tubi di cartone, e finalmente compare il cestello della lavatrice, finora visto solo come lampadario nei locali alternativi. Quest'ultimo, presente nel brano "Petricore", si rivela un arnese capace di creare dei mega riverberi come quelli dei rullanti anni '80. "Patatrac" inizia con delle registrazioni di scimmie, che probabilmente sono un rimando alle performance live del gruppo, dove tutti suonano indossando una maschera da gorilla. Tra le melodie suonate, quella di "Anatomia di un battibecco" risulta particolarmente intrigante. Nei brani più o meno tornano gli stessi elementi: tessiture aggressive di basso dai suoni sferraglianti e nasali, accompagnate da una batteria dai ritmi serrati; cori pirateschi cantati all'unisono, schiocchi di dita ed elementi idiosincratici (cioè in netto contrasto con il genere proposto, tipo una fisarmonica nel brutal death metal). Un esempio di questi elementi sono le parti cantate in coro di "GranBurrasca", brano che potrebbe essere post-grunge, e che invece viene trasformato in una straniante sagra popolare. Il trio all'interno dei brani sa inserire anche pause inaspettate di silenzio; ma l'elemento più divertente è che tutto l'album viene commentato da Guido Notari, l'indimenticabile voce narrante dei documentari italiani degli anni '30 e '40, specie per l'Istituto Luce. Le descrizioni estrapolate sono scelte in sintonia con l'argomento dei titoli dei pezzi, accompagnando l'ascoltatore ad immaginare quello che il trio sta interpretando suonando. Un album giocherellone ma tecnicamente impeccabile; forse è rivolto ad una nicchia, ma nonostante la ricercata pesantezza sonora, si sente che i MalClango si stanno assai divertendo, e possono trasmettere il divertimento agli ascoltatori più curiosi. (Gilberto Omgaro)