CARNERO "Assalto"
(2017 )
Un muro hc punk senza mezzi termini aggredisce le orecchie, mentre la voce flagella l'anima con testi senza speranza. Un "Assalto", quello dei Carnero, breve ma violentissimo, rivolto al "popolo di burattini nelle mani di pochi furbi delinquenti". Lo scream della voce viene alternato saltuariamente a parti recitate, ma solo, forse, per prendere fiato e ripartire. Se non aprite gli occhi all'ingiustizia e alla marcescenza che c'è nel mondo, i Carnero ve li tengono forzatamente aperti con i fissapalpebre di Alex De Large in ''Arancia Meccanica''. Vivendo nello spreco che offende la terra, "quale c..zo di giustificazione osate darvi? Zitti! Basta!", "continuate le vostre schifose vite ignari di tutto". E come si diceva in un pezzo di un lavoro precedente ("Ed infine macellati"), qui "spilla il sangue lentamente". La società che ci piega in vite che non vogliamo, per uno scopo che non appartiene a nessuno se non agli sfruttatori, fa scattare le reazioni di chi non riesce ad accettarla. E i Carnero, se non l'avete capito, "vogliono solo farvi male", come i Nerorgasmo. Ma "sia ben chiaro, questo non è ciò che volevo per la mia vita". La rabbia distruttrice è l'unica conseguenza possibile quando il "Potere produttivo" dà più valore alla merce che alla vita, umiliata e annichilita dai numeri. Così in "Rifletti" puoi pensare a quanto sia buona la merda. "Il filo del coltello" è una pericolosa risposta autolesionista alle troppe lacrime e al troppo sangue vissuto. A volte l'hardcore punk sfiora più il metal (come nel finale di "Spreco pt. 1"), non ci sono barriere di genere, basta che si segua il consiglio del pezzo finale "+Punk": spacca tutto! (Gilberto Ongaro)