BOBBY PREVITE  "Mass"
   (2016 )

A due anni di distanza dalla sua prima comparsa in un lavoro discografico in compagnia di Jamie Saft e Steve Swallow, Bobby Previte inizia il suo percorso con un’opera che ha richiesto un lavoro di studio lungo dieci anni. Perché, effettivamente, “Mass” è un progetto ambizioso, è la conciliazione di mondi musicali concettualmente diversi, è la trasposizione nel presente di soluzioni di secoli fa. Bobby Previte, infatti, unisce suoni tardomedievali, musica religiosa e musica colta, a sonorità a metà strada fra drone metal e hard rock classico. In “Mass”, sin da “Introit”, si nota una grande attenzione allo sperimentalismo: a dialogare sono essenzialmente chitarre, basso e batteria, che rappresentano l’anima più metal del sound della band, con coro e organo, che conferiscono al metal una coloritura decisamente inusuale. Con le prime due tracce, Bobby Previte e compagni mostrano subito la solennità assunta dal sound della band. Le sonorità minimali e plumbee tipiche del drone si sposano con quelle religiose senza grossa fatica e, come dimostra “Alleluia”, spesso i brani presentano due tipi di indirizzi, modificandosi col passare dei secondi ed evitando che una componente possa prevalere sull’altra. Fra i pezzi migliori, sicuramente, bisogna annoverare “Sanctus”, che scorre su binari metal per tutta la sua durata e presenta suoni corposi, ricchi di inserti organistici, che esaltano il contesto e dimostrano l’efficacia di una proposta apparentemente folle. Bobby Previte è riuscito nell’intento di mettere insieme due mondi a sé stanti, e la lunga gestazione dell’opera ha permesso all’artista di realizzare un disco curatissimo e davvero bello, sebbene non brilli in termini di fruibilità, data la complessità musicale. (Piergiuseppe Lippolis)