FRANCESCO DE GREGORI  "Pezzi"
   (2005 )

Ci sono treni e ci sono navi, mezzi di trasporto soprattutto emotivo. Ci son parole chiare molto scure, e filosofi e falegnami, a dare infine speranza. C’è la valenza sociale di un album come "Canzoni d’amore" e la fragranza di "Titanic", c’è l’amore di "Rimmel" e il suono abbozzato in "Amore nel pomeriggio". Soprattutto c’è un album bellissimo, dalla vitalità invidiabile. La musica è rock sfavillante, chitarre imperanti e imperative qua, suadenti là, con De Gregori che si diverte come un ragazzino a succhiare nettare da Dylan. I testi si indignano, sputano, sfottono, ma accarezzano anche, e splendidamente come in “Passato remoto” e “Le Lacrime di Nemo - L’esplosione - La fine”. Va be’ che l’adolescenza si sposta sempre più in là, ma esserci dentro a 54 anni non è da tutti. Chapeau. (Enrico Deregibus)