AGNESE VALLE "Allenamento al buonumore"
(2016 )
Si va in palestra per svariati motivi: per tonificare muscoli, per “costruire corpi” (all’italiana, mica “body-building…), per rassodare glutei e via dicendo. Ma c’è una palestra che può essere aperta in qualsiasi momento, nella nostra testa, senza pagare iscrizione o mensilità, ed è quella dell'“Allenamento al buonumore”, e potete affidarvi alla personal-trainer Agnese Valle. E' proprio questa la concettualità che trovate ricorrente in questo secondo lavoro della trentenne cantautrice e clarinettista romana, che vanta un palmares di collaborazioni e riconoscimenti non proprio dozzinali. Esempio, quello di essere voce solista e primo clarinetto nell’Orchestra del 41° parallelo, o quello di essere candidata alla Targa Tenco tra i migliori 30 dischi debuttanti con il suo “Anche oggi piove forte…” del 2014. Ma i meriti mica le sono piovuti dal cielo. Oltre a diplomarsi in clarinetto nell’urbe, si perfeziona al canto sotto la guida di personaggi di spicco, e quindi giunge alla seconda prova ben corazzata di talento, per affrontare un percorso di 10 canzoni che necessariamente rappresentano per lei la conferma e la rettifica delle prime idee. Ha preso spunto da un triennio di attività live per evolvere la sua esperienza in questo “Allenamento al buonumore”, e si è circondata di un team dove nessuno funge da primadonna che detta regole e strategie, viceversa tutti han capito che la coralità porta a risultati più efficaci. E l’armonia si avverte molto in vari brani eleganti, discreti, mai invadenti, come “Rosso”, marcatamente autobiografica, o “Non addormentarti”, un invito a restare svegli altrimenti è già domani. Il suo strumento appare velato in “Cambia il vento”, in cui a tutti noi piacerebbe che ogni momento bello perdurasse nel tempo, senza l’ombra della malinconia. Ma è proprio in un distacco terribile che ci si accorge della nostra fierezza, di avercela fatta ma con la consapevolezza (sigh !) di essere entrati nel mondo degli adulti. Nonostante la raffinatezza di anima rock, Agnese getta le barriere per ammettere le sue paure più temute: quelle più o meno eterne, come... tatuaggi e matrimonio. Questo, però, lo festeggia con un’allegra ritmica in “Quella col vestito bianco”, ma solo perché trattasi di quello di un’amica! Tuttavia, sa che si trova con le spalle al muro e l’accetta sotto forma di inevitabile scelta di vita. Brutto affare diventare grandi! In ogni modo la Valle ha una certezza: che ogni decisione vada affrontata di “Venerdi”, un pezzo delizioso e sbarazzino, mentre l’iniziale “Temperatura di fusione” è brano che piacerebbe ai Perturbazione per la sua fluidità. Ci tengo a segnalare “L’altra metà”: Franco Mussida della P.F.M. la invitò per una esperienza d’ascolto in un carcere femminile e lei si arricchì l’animo con osservazioni preziose e umane. Tralasciando “E resto qui”, dalla tematica poco accattivante di come possa cambiare una città all’ora dell’aperitivo, ritroviamo Agnese in forma con lo splendido tributo al suo idolo Ivan Graziani, coverizzando la sua “Maledette malelingue”, scelta sicuramente per condannare un mondo opposto al suo: quello del gossip maligno e del gettare cattiva luce sulle persone. Agnese, invece, sposa la causa del sorriso e promuove un attestato di buonumore, esortando ogni genitore a farlo con i propri figli, e se la ride bonariamente se le viene rimarcata la scelta di titoli lunghi per i suoi cd, tipo la Wertmuller del cinema. Anche noi ce la ridiamo, perché siamo stati “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’ottimismo”. (Max Casali)