RAFF SANGIORGIO  "Rebirth"
   (2016 )

Dopo i sei album rilasciati con la storica formazione prog death metal italiana dei Gory Blister, Raff Sangiorgio si è tuffato nell’esperienza da solista ed è arrivato a pubblicare “Rebirth”, un disco che segna, effettivamente, la nuova nascita artistica del chitarrista. Il disco comprende nove tracce e, a pelle, ci si aspetterebbe un sound ancora di stampo prog metal, con aggressività e tecnica a fare da linee direttrici. Questo invece non accade: Raff Sangiorgio svela tutte le sue anime, partendo sì da quella “Quick Trigger” che suona potente e si rifà direttamente all’esperienza con la band, ma arrivando ad includere anche pezzi blueseggianti come già la seconda “Lil’ Chuck Blues”. Proseguendo con l’ascolto, si trova praticamente di tutto: “Back To Glory” si addentra maggiormente in territori heavy, mentre “Glaring Soul” è appena meno intensa delle precedenti e insiste sull’uso del wah wah. Sia la titletrack “Rebirth” sia “Cosmic Seed” sono giocate sulla sapiente giustapposizione di passaggi ancora in territori heavy e momenti più dolci. Nel finale c’è spazio sia per “Magic River”, ed il suo livello di completezza e varietà lo rende uno dei brani più riusciti del lotto, che per “Fragile Existence”, con Sangiorgio al piano e la chitarra sullo sfondo. “Rebirth” è un disco che racconta un altro Raff Sangiorgio, restando lontano da quello conosciuto nei Gory Blister. Ecco perché, forse, proprio i fan di vecchia data della band potrebbero faticare a ritrovarsi nelle scelte compiute dal chitarrista, ma la realtà è che questo disco, nonostante la sua diversità, risulta essere ben fatto e gradevolissimo. (Piergiuseppe Lippolis)