PAUL MC CARTNEY "Chaos and creation in the back yard"
(2005 )
“Ho pensato che il mio tempo fosse finito, ma adesso c’è qualcuno di nuovo anche per me”. Il lato oscuro di Paul McCartney, quello che non pensavamo di vedere più. Quattro anni dopo l’affatto fondamentale 'Driving Rain' (2001), ritorna Macca, ma stavolta affida le chiavi della macchina a Nigel Godrich, produttore di Radiohead e Beck, che cambia strada e porta l’ex Beatle in terre fertili e sterrate, tredici pezzi che mirano al futuro senza perdere il passato. La fermata è “Fine Line”, piano alla Elton John e ritornello essenziale, subito dopo arriva la prima meraviglia con “How Kind Of You”, quasi un pezzo dei Radiohead cantato da McCartney, cinque minuti che s’inabissano, raccontano lo smarrimento per la morte della moglie Linda, 1999, e poi la salvezza con la nuova compagna. “Jenny Wren” è “Blackbird” aggiornata, “At The Mercy” è tono grave e voce incrinata (”Guarderemo l’universo esplodere”), “English Tea” è da 'White Album' ma cita “The Fool On The Hill”, “A Certain Softness” sorprende con un ritmo quasi cubano prima che Godrich riprenda il volante con “Riding To Vanity Fair”, attacco ipnotico e dilatato, in perfetto equilibrio sonoro, come vedere “No Surprises” invecchiare. Con tre pezzi in meno sarebbe stato capolavoro. (Andrea Morandi)