MICHELE SCHIANO "L'ultima e inutile bugia"
(2016 )
L’immaginario collettivo pensa gli odierni giovani alla prese con il rap o, al massimo, con il rock più duro ed oltranzista. Evidentemente non è così. O, almeno, non lo è sempre. Michele Schiano (nulla a che vedere con l’omonimo e conterraneo politico Michele Schiano Di Visconti) ne è, inconsapevolmente, l’esempio perfettamente calzante. Altro che Fedez, Eminem, Metallica o Slipknot, qui la strada seguita è quella della musica italiana melodica. E, nonostante le origine campane del ragazzo (nato infatti a Lacco Ameno, sull'isola d'Ischia), trattasi di musica italiana melodica al 100%, non napoletana: non perché ci sarebbe stato qualcosa di male, ovviamente, ma solo perché così la proposta di Schiano (transitata con successo anche dal Premio Mia Martini) risulta più “potabile” a qualsiasi latitudine. E radiofonica, come dimostrano “Maledirti o ringraziarti” (brano che ricorda “I ragazzi della via Paal” del sottovalutato Pippo Pollina), “Non sono stato certo io”, e “Apri il cuore” (scritta dallo stesso Schiano su territori che rammentano il miglior Marco Armani), vale a dire gli episodi meglio riusciti del lotto. Lotto nel quale Michele è quasi interamente interprete, dal momento che la succitata “Apri il cuore” risulta l’unico episodio nel quale il ragazzo canta proprie note e parole. Senza nulla togliere ai restanti brani, tutti validi e centrati, forse la strada per il futuro potrebbe vedere Schiano tentare proprio la strada di cantautore. Le qualità pare che, evidentemente, ci siano. (Salvatore La Mazzonia)