GMG & THE BETA PROJECT "Lost & found"
(2015 )
Ci sono voluti vari mesi di attesa, tra smentite e conferme, tra annunci di partnership e scelte controcorrente, ma finalmente il nuovo lavoro della band lagunare GmG & the Beta Project è disponibile, con il titolo ''Lost & Found''. Undici tracce (più un intro e un outro) che raccolgono l'eredità di uno dei dischi di esordio (''Queen with no crown'') più ricercati tra i collezionisti e gli appassionati di musica indipendente underground. Già da qualche tempo si vociferava della possibile uscita di un nuovo album che contenesse i tantissimi inediti che venivano suonati negli spettacoli. Ma l'intensa attività live e l'intricato processo di scrittura (anche in questo album troviamo parti per strumenti etnici e folkloristici, come Saz, Darabouka, Mandolini...) hanno allungato l'attesa, che si è protratta fino al ritorno del Garbellotto dal suo tour (con grandi riscontri) in Giappone. La storia è nota: il cantautore Giuliomaria Garbellotto nel 2011 produce ed incide un album di suoi inediti, con una serie di turnisti d'eccezione (tra cui spiccano Leo di Angilla - ora con Jovanotti - Guglielmo Pagnozzi, eccetera). La freschezza di quel lavoro attira da subito l'interesse degli addetti ai lavori, e di conseguenza del pubblico, che però non può togliersi la soddisfazione di ascoltarli dal vivo: la band non è mai esistita, di per sè - è una mera "scatola magica" di musicisti inventata da Garbellotto per l'occasione. Capita la potenzialità del progetto, nasce finalmente la band e inizia l'attività live, che li vede attivi su tutto il territorio nazionale con decine di concerti, e con qualche puntata all'estero. Ma torniamo al nuovo lavoro: ''Lost and Found'' si presenta da subito potente e pieno, più rock (se vogliamo dare un'etichetta del genere) rispetto all'esordio. Gli incastri in levare che avevano caratterizzato ''Queen with no crown'' continuano ad affiorare, ma compaiono anche riff accattivanti (''Carrie''), atmosfere da saloon (''Conestoga''), sezioni rap in cui perdere il fiato (''The end of the show'') e addirittura una cover: succede così che la band, che fin dagli esordi non è mai passata (come invece capita sovente) per il rifacimento di brani altrui, addirittura includa nel disco un pezzo conosciutissimo (''Bohemian like you'') e lo trasformi a modo suo, a suon di weissenborn e spazzole. Insomma, ''Lost & Found'' è un disco dove (e qui sta l'ironia del titolo) molte cose si ritrovano in un unico luogo, tutte assieme anche quando apparentemente c'entrano poco tra loro, come in un ufficio di oggetti smarriti. Ma la magia è tutta lì: una volta che sono sapientemente miscelate, sono poi pronte ad essere riscoperte in una nuova veste. Insomma, un disco maturo, potente, più "di collaborazione" rispetto all'esordio quasi cantautoriale di ''Queen with no crown''. Ne è del resto conferma il maggiore spazio lasciato alla cantante Samantha Giordano, già ospite nel primo disco, e ora parte integrante della band assieme a Riccardo Albori, Leonardo Calcaterra e il misterioso Tony Waters (la cui vera identità è ancora un giocoso segreto al di fuori della band). Il disco, prodotto da Simone Chivilò e Beta Sound, è disponibile in CD in tutta Italia.