CYNDI LAUPER  "True colors"
   (1986 )

Il 1984 era stato l'anno di Cindy Lauper, il 1985 quello di Madonna, nel 1986 ritorna la musica della bionda Cindy e, cosa pių importante, torna nelle classifiche di vendita. Per qualche strano scherzo del destino, in questi anni, Madonna e Cindy Lauper sembrano somigliarsi come immagine e come repertorio: se una sbanca il mondo con GIRLS JUST WANT TO HAVE FUN, l'altra risponde nella stessa maniera con INTO THE GROOVE. Madonna diventa pių introspettiva con LIVE TO TELL e Cindy risponde con TRUE COLORS. Entrambe sono le perfette americane che fanno dischi perfettamente americani e si rivolgono ad un pubblico che da loro vuole esattamente questo. TRUE COLORS poi č un inno dell'America reganiana. I veri colori della canzone sono quelli della bandiera americana e i valori della stessa per quello che rappresenta nel mondo intero. Un brano lentissimo, sussurrato con la voce nasale e quindi americanissima della finta oca giuliva Cindy Lauper. Un disco che, comunque sia, entra in classifica anche da noi, anche se americani non siamo e quindi potremmo perfino non capire il senso delle parole e dei sottintesi. Ma piace l'atmosfera e forse il video. Siamo negli anni ottanta, l'era dei video musicali, che fanno da enorme traino a canzoni che forse, senza l'ausilio visivo, non interesserebbero a nessuno. Ma un buon regista e delle belle immagini ripetute dieci o pių volte al giorno in tv (vi ricordate VideoMusic?) riescono a vendere anche l'invendibile. Anche l'album vende bene ma chi si aspettava un disco come il precedente trentatrč si trova spiazzato. La perfezione la frega. Un personaggio estemporaneo, fintamente pazzarello come lei che improvvisamente si mette nelle mani di produttori e musicisti perfezionisti come Nile Rodgers con le sue schitarrate, che lasciano molto poco al caso e all'atmosfera di festa tipica nei brani di Cindy per andarsi ad infilare in antri quasi jazzistici, rende tutto quanto molto artificiale. Cosa c'entra il funky degli Chic con la platinatissima Cindy Lauper che pare la parodia pių estrema delle dive oche e glamour prepotentemente bianche? E cosa c'entrano brani in stile new wave e rock come WHAT'S GOING ON? Si trova certamente molto pių a suo agio (per quanto neanche quella sia la musica che la caratterizza) con canzoni come IKO IKO che fanno pensare all'Africa intesa soprattutto come "festa etnica". (Christian Calabrese)