HYPERCOLOR "Hypercolor"
(2015 )
Da oltreoceano arrivano spesso note di musicisti che fanno sinceramente riflettere sulla musica made in Italy che si trova sugli scaffali dei grandi rivenditori tricolori. Quello degli Hypercolor è un affermato trio jazz rock statunitense, che il 15 Gennaio 2015 ha sfornato un nuovo capolavoro dall'omonimo nome ''Hypercolor'' (etichetta: Tzadik). Dieci tracce, quasi 50 minuti, tanto jazz ed enorme genialità! Svolta stilistica per il gruppo, che decide di dare un tocco punk old school di fondo; il jazz lascia comunque la sua forte impronta, soprattutto nei momenti evidenti in cui lo sperimentale prende il sopravvento. Ad esempio "Quixotic" (ultima traccia) non è per niente un pezzo ''comprensibile'' alla massa: sembra di ascoltare un brano in pieno stile King Crimson, ma con un tocco di splendidamente insana tecnologia effettistica, dovuta ad una pedaliera per chitarra che, purtroppo, Fripp non avrebbe potuto sperimentare all'epoca. "Squeaks", il brano di apertura, è invece il top di ciò che vuole produrre il gruppo: ritmi e sonorità che uniscono una sorta di punk al jazz-rock, con riff e assoli che Eyal Maoz (chitarra del trio) ci fa gustare un po' alla volta, pezzo dopo pezzo, spesso con motivetti simpatici, al punto che quasi sembra voglia giocare con l'ascoltatore. Sulle note di "Forget" ci si accorge subito di una ritmica particolare, veloce e decisa (merito di Lukas Ligeti, batteria e percursioni), tipica nel progressive, infatti anche la chitarra e gli effetti scovabili in tappeto non mentono; peccato che su questo pezzo non ci sia la voce perché, a parer mio, ne sarebbe uscito un gran bel brano stile post prog. Questo è un album da ascoltare comodi, in soggiorno, magari la domenica pomeriggio, in totale relax con un amaro e un buon cubano, perchè occorre prestare attenzione a ciò che sta succedendo al di là delle casse che emettono le note. La qualità tecnica dei musicisti non permette a tutti di ascoltare e capire. Per fortuna. Hypercolor (riferendomi ad album e band) è un miscuglio di suoni emessi da un unico animo geniale, racchiuso nelle mani di tre folli: James Ilgenfritz (basso), Lukas Ligeti e Eyal Maoz. (Jennix Procida)